Cannata, il golden boy siciliano di Fdi: “La politica per me è fare”

martedì 20 settembre 2022


Il golden boy siciliano di Fratelli d’Italia si chiama Luca Cannata. Dirigente pubblico e dottore commercialista 43enne. Sindaco di Avola per due mandati (2012-2017), è il candidato capolista di Fdi per il collegio plurinominale Siracusa-Ragusa-Calatino della Camera dei deputati e per le Regionali in Sicilia. Ragioniere capo del comune di Solarino (Siracusa), laureato in Economia politica all’Università di Bologna con il massimo dei voti, vanta due Master: uno di secondo livello in Innovazione e Management nelle Amministrazioni pubbliche e uno di specializzazione in Diritto societario per il commercialista. Quando viene eletto sindaco di Avola avvia un risanamento della gravosa situazione finanziaria dell’Ente. Inaugura un programma di rilancio del turismo e di restyling urbanistico della città, dal lungomare alle strade alle piazze all’urbanizzazione delle contrade e quartieri. Fa installare una nuova e avveniristica ringhiera che ricorda le onde del mare e riqualifica il borgo marinaro della città. Nel febbraio 2014 viene eletto vicepresidente vicario dell’Anci Sicilia ed è anche consigliere nazionale dell’Anci. Fino al 2015 è direttore del Consorzio universitario Archimede di Siracusa. Si è sempre impegnato nel campo del centrodestra. A partire dai 17 anni milita in Forza Italia. Dal 2019 aderisce a Fratelli d’Italia. La sorella Rossana, deputata regionale uscente per il partito di Giorgia Meloni, da giugno è sindaca della città. Luca Cannata è cattolico. Durante l’adolescenza vive l’esperienza degli Scout e pratica per diversi anni la Pallavolo. Nel 2012, dopo 13 anni di fidanzamento, sposa Nicoletta e il 2 luglio 2013 diventa papà del piccolo Corrado Flavio Maria e da un mese anche di Ludovica Maria.

Come nasce la sua doppia candidatura?
Nasce da un sul territorio e dal radicamento l’opportunità di rappresentarlo al meglio. La mia idea di politica è sempre stata dedicata all’ascolto delle istanze dei cittadini. Sono stato un sindaco “civico” di centrodestra. Dopodiché, ho aderito convintamente al progetto di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia quando il partito era al 3,7 per cento, perché credo in lei e nel partito che professa concretezza e coerenza. Due qualità che mi appartengono e che sono necessarie per la risoluzione pragmatica dei problemi.

Qual è la sua idea di società?
Ritengo indispensabile per lo sviluppo, oltre che giusto, non lasciare indietro nessuno. Io mi batto per uno Stato che sia vicino al cittadino. Al contempo, sono convinto che una società migliore debba essere una società meritocratica in cui ciascuno è chiamato a mettere in campo le proprie competenze e i propri saperi. Io credo in un modello di società giusta che coniughi la formazione con il lavoro e le imprese.

“Dio, Patria e Famiglia” o “Sviluppo, Imprese e profitto”?
Sono fondamenti, ideali, morali e storici assolutamente complementari. Perché la tradizione familiare può convivere con l’innovazione della cultura d’impresa.

Il sovranismo può rilanciare il nostro Paese in un rapporto dialettico con l’Europa?
L’Unione europea deve occuparsi del lavoro e della crescita. Non degli insetti. Bruxelles deve dare una mano al Made in Italy, non ostacolarlo facendosi scudo con una burocrazia farraginosa. Il sovranismo è la strada giusta per ottenere rispetto. Non si torna indietro.

Tra lei e sua sorella c’è stato un vero e proprio passaggio di testimone alla guida di Avola. Come risponde alla sinistra quando sostiene che la città è diventata una questione esclusiva della famiglia Cannata?
Nel maggio del 2012 decido di candidarmi alla carica di sindaco di Avola dopo avere svolto il ruolo di consigliere comunale. Raggiungo il ballottaggio e vengo eletto. Cinque anni dopo vengo riconfermato con il 68,84 per cento di voti al primo turno. Un plebiscito. Anche mia sorella viene eletta con una valanga di voti: lo scorso giugno ottiene il 63,3 per cento al primo turno. I cittadini ci premiano perché scegliamo la politica del fare.

L’aeroporto Fontanarossa di Catania è il primo in Italia, per traffico nazionale. L’aeroporto di Comiso, invece, sembra essere considerato il “figlio minore”. Come si può rilanciarlo?
Catania e Comiso sono due scali strategici per il rilancio del turismo e delle imprese siciliane. Si tratta di eccellenze che vanno potenziate. Entrambe.

Qual è la sua idea di rilancio del sudest siciliano?
Sviluppo industriale, turismo e identità. Solo chi conosce come me il territorio può rappresentarlo adeguatamente.

Giorgia Meloni ha parlato di un tema sensibile come l’aborto in campagna elettorale. Anche lei critica la Legge 194? Modificarla non sarebbe un pericoloso ritorno al passato?
Come Giorgia Meloni, anch’io sono convinto che la Legge 194 debba essere applicata. E, al momento, non è affatto così. Si tratta di una norma da seguire con solerzia per tutelare la madre e il nascituro.

Fratelli d’Italia ha registrato uno eccezionale balzo nei sondaggi, accreditandosi come primo partito. Si tratta di una straordinaria responsabilità. Eppure, alcune parabole politiche recenti confermano che il voto è fluido. Matteo Renzi è artefice del 40,81 per cento dei voti del Pd, alle Europee del 2014. Matteo Salvini, portando la Lega al 34,3 per cento, è il trionfatore delle Europee 2019. Entrambi, dopo un exploit elettorale, hanno accusato un clamoroso arretramento. Qual è la ricetta per diventare e confermarsi prima forza politica in Italia?
L’unico segreto possibile per il successo è il radicamento nel territorio e il confronto costante con le persone. Per questi motivi è fondamentale mettere in campo una classe dirigente strutturata, che sia all’altezza del compito. Dobbiamo risollevare l’Italia. E dobbiamo fare presto.

In caso di elezione, quale sarà la sua prima proposta di legge?
Nessun dubbio: il mio primo impegno sarà dedicato a sostenere il tessuto sociale e produttivo tutelando le nostre risorse e incentivando l’approvvigionamento delle fonti di energia tradizionale e rinnovabili per fare fronte al caro energia. Sole e mare da sfruttare, tutelare e valorizzare.

È favorevole al Ponte sullo Stretto di Messina?
Assolutamente sì.


di Andrea Di Falco