mercoledì 7 settembre 2022
È arrivato il momento delle donne premier in Europa. Dalla fine degli anni ’60 a oggi sono 80 le figure femminili che, nel mondo, hanno ricoperto un ruolo presidenziale o da premier. Idee tanto declamate dalle sinistre, che parlano sempre di apertura, accoglienza, civiltà, senza però riuscire a supportarne nessuna. Se osserviamo la Francia, la Spagna, la Cina, il Giappone, la Russia e persino gli Stati Uniti – Sanna Marin e le donne nordeuropee a parte – in pochi Paesi ne sono stati capaci. Gli inglesi, invece, hanno appena proclamato il successore del biondissimo Boris Johnson al numero 10 di Downing Street, con una premier di 47 anni già titolare degli Esteri, Liz Truss, che ha stracciato il candidato di origini indiane nel ballottaggio finale delle primarie dei Tory, distanziandolo di ventimila voti. Nel Regno Unito non sono nuovi a queste esperienze. Truss, fedele finora a Johnson, ha sempre mantenuto un basso profilo e nessun coinvolgimento in scandali e schermaglie personali. È la terza donna premier britannica – dopo Margaret Thatcher e Theresa May – segretario del Foreign Office e leader del Partito Conservatore britannico (Tory).
Già, i conservatori inglesi che non si perdono d’animo nel candidare le donne, non temono il confronto o di essere offuscati da loro, fanno i fatti mentre gli altri chiacchierano. Non stupisca il volto serio e duro, che la dice lunga su quanto devono battagliare le donne per farsi spazio in un mondo machista, senza essere state l’amante di qualcuno o la moglie di qualcun altro. Il viso e lo sguardo di una donna che si è fatta da sola sono così evidenti e diversi!
L’Italia non ha mai avuto una donna al comando. La leadership rosa è solo un’illusione, le donne al Governo definite orribilmente “quote rosa” sono solo il 35 per cento. È inevitabile fare confronti con Giorgia Meloni, la Liz Truss nostrana, che non avrà probabilmente molte possibilità, perché Lega e Forza Italia potrebbero essere pronti a lasciarla al suo destino. Quante occasioni sprecate per la presidenza della Repubblica, da Nilde Iotti a Emma Bonino fino ad Elisabetta Belloni, che hanno visto un trasversale cordone sanitario stringersi intorno al loro collo.
@vanessaseffer
di Vanessa Seffer