martedì 6 settembre 2022
C’è chi può sostenere che si tratti di uso, anzi, di un abuso dell’iperbole, figura retorica utilizzata per portare all’eccesso il significato di un’espressione. Altri, più concreti, potrebbero lasciarsi andare a un salomonico “posa il fiasco”. In attesa che qualcuno sciolga la matassa di un dilemma per nulla amletico, resta sui taccuini l’ultima uscita di Enrico Letta. Il segretario del Partito Democratico, nel suo discorso ai candidati dem, fa sapere: “Voglio lanciare l’allarme per la democrazia italiana, peso le parole, non voglio usare parole a vanvera: abbiamo 17 giorni di campagna per cambiare completamente la storia del nostro Paese ed evitare che l’allarme per la democrazia diventi realtà”.
Così, a buffo, non si capisce nulla. Allora entra nel merito: “Ci sono tre percezioni sbagliate che si stanno diffondendo nel Paese… Primo, una vittoria annunciata della destra e quindi liberi tutti, la destra ha già vinto. E a quel punto: perché votare il partito che è più in grado di batterla? Secondo, vinceranno ma non governeranno, si squaglieranno e a quel punto si rimescoleranno le carte. Sbagliatissimo, perché con una vittoria larga della destra le carte si rimescoleranno al loro interno. E quelli che sono fuori non avranno voci in capitolo. Terzo, alla fine l’Europa ci salva, non ci possono far fallire. Mi ricorda quello che accadde con la Brexit, tanti non andarono a votare ma intanto quel voto oggi è lì”.
In un contesto da teatro dell’assurdo, Letta va oltre, segnalando che “questa legge elettorale congiunta con la riduzione del numero dei parlamentari crea il rischio che venga stravolta nei fatti la nostra Costituzione, un rischio democratico che il Paese non ha mi vissuto come in questo momento… Oggi è possibile che il 43 per cento dei consensi al centrodestra si trasformi in un 70 per cento di seggi in Parlamento, uno stravolgimento del sistema, uno scenario da incubo. Non solo: “Il voto per le liste di Calenda e Conte sono oggettivamente un aiuto alla vittoria della destra”.
Per Giorgia Meloni è gioco-facile replicare. E twitta: “Enrico Letta definisce il Rosatellum la peggiore legge elettorale che ha visto il nostro Paese. E ha ragione. Non a caso è stata scritta e imposta dal Pd, con il voto contrario di Fratelli d’Italia. Ma quanto fa ridere la sinistra italiana?”. Matteo Salvini segue la scia: “Letta vive su Marte. Se votano gli italiani, non c’è nessun rischio per la democrazia, perché il popolo è sovrano… l’unica emergenza che vedo in Italia è quella della disoccupazione, del freddo e della fame. Non vedo rischi di fascismo, razzismo e di altre robe strane”. Addirittura, anche Matteo Renzi fa la figura del simpatico con il suo intervento a Radio Leopolda: “Letta è partito con l’agenda Draghi per poi abbracciare Fratoianni e l’abolizione dei jet privati. È passato dal jobs act al reddito di cittadinanza. Letta non va attaccato, ma va tutti i giorni ringraziato, perché ci sta facendo una campagna elettorale che nessun comunicatore avrebbe immaginato. Ogni giorno ci fa un nuovo assist”.
Niente. È più forte di lui. Nota pericoli un giorno sì e un altro pure. Un visionario. Se non è un allarme questo, poco ci manca.
di Toni Forti