giovedì 28 luglio 2022
Giurano che il cammino prosegue fianco a fianco, per una battaglia da combattere insieme. Ma è pur vero che il tema sul doppio mandato resta caldo in quel che rimane del Movimento Cinque Stelle. Giuseppe Conte, avvocato del popolo in cerca di un ruolo, assicura che con Beppe Grillo è in corso la discussione sulla questione tanto cara ai grillini. Questione che verrà vagliata anche per cercare di valorizzare le esperienze e le competenze. Mentre gli eletti, a chiare lettere, battono i pugni sullo stesso punto: far votare la base.
Mandato, doppio mandato e contropaccotto. Potrebbe essere questa la pellicola a tinte grilline, all’interno di un clima non certo da champagne e cotillon. Addio al campo largo, quindi. Meglio un “campo giusto”: così la pensa il vicepresidente dei Cinque Stelle, Michele Gubitosa che, in un’intervista su Repubblica, commenta: “In questi giorni si sta lavorando per completare il programma: abbiamo in cantiere proposte rivolte ai giovani, a persone non tutelate, partite Iva e piccole e medie imprese. Da imprenditore dico che mai come adesso serve la vicinanza dello Stato”.
Un gran bel film, non c’è dubbio. Come non ci sono rimpianti per l’alleanza saltata con il Partito Democratico: “Con l’agenda progressista del Conte 2 abbiamo portato il Pd a rinnegare l’austerità, ad abbracciare politiche espansive che da anni erano state bandite in Europa. Il Pd era contrario al salario minimo, una nostra battaglia storica, ora invece è a favore”. Non solo: “Purtroppo il Pd ha abbandonato questa agenda per abbracciare la cosiddetta agenda Draghi, con un campo largo composto da soggetti con storie e idee molto diverse. Quindi noi al campo largo preferiamo il campo giusto”.
Last but not least, Gubitosa – alla domanda se Conte sarà sul simbolo del M5S – risponde: “Si deciderà ciò che è meglio per il Movimento. La mia opinione personale è che abbiamo un attaccante di sfondamento, un leader politico che ha guidato con successo l’Italia in un momento drammatico. Siamo gli unici a poter proporre un premier con queste credenziali”. Si salvi chi può.
di Tommaso Zuccai