Fare e disfare

domenica 17 luglio 2022


Sempre loro, un altro giochino di palazzo e gli italiani si ritrovano a fare i conti con i problemi della contingenza, che aggravano situazioni poco felici che si protraggono avanti da molto tempo, senza una guida stabile e un’idea di progetto. Dopo la mossa dell’ex premier Giuseppe Conte quello che appare chiaro ed evidente è che tutto si decide nel palazzo. Fanno e disfano, si fanno la lotta tra di loro per motivi che spesso poco interessano agli italiani. Perché, il Movimento 5 stelle, se ora decide di defilarsi, ammette implicitamente che ha sbagliato qualcosa nella decisione di appoggiare il Governo Draghi nei mesi scorsi. La figura di Draghi è nota e pensare che avrebbe attuato determinate scelte politiche vicine al pensiero pentastellato significa essere in malafede.

Mentre per mesi si sono susseguite nelle piazze decine e decine di manifestazioni, soprattutto per quanto riguarda la vicenda Green pass, con il chiaro intento di mandare Mario Draghi a casa, è bastata la mossa di Giuseppe Conte per far scoppiare un putiferio. Tra l’altro, nelle piazze ora ci sono i tassisti, e in generale nel Paese il malcontento cresce (lo dimostra il calo di consensi del presidente del Consiglio). In una situazione con l’inflazione che cresce, crisi energetica e soluzioni preoccupanti che si prospettano per l’autunno, il Paese si arena per colpa dei grillini, tra l’altro su tematiche che probabilmente possono essere considerate quasi marginali.

Sicuramente il Governo Draghi ha fallito in molte cose, soprattutto nella gestione del malcontento dei no-pass, inasprendo il dibattito e favorendo un clima di tensione costante all’interno del Paese. Però non è più accettabile vedere una politica che si comporta come si è comportata in questa legislatura. Questa instabilità riflette probabilmente una mancanza di chiarezza di quelle che sono le proprie idee. Un movimento, un partito, non può fare accordi con chiunque, e se lo fa è destinato a contraddirsi continuamente. Prima Matteo Salvini, poi Matteo Renzi che si era stufato di Conte, e poi Conte che si è stufato di Draghi. Premesso che non si deve scappare dal voto, forse è arrivato il momento di prendere le massime cariche politiche con più serietà. Non si può fare e disfare all’infinito, senza perdere di coerenza.


di Luca Crisci