mercoledì 8 giugno 2022
Botta e risposta tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni nella settimana che porta all’election day del 12 giugno, appuntamento per rinnovare le Amministrazioni di circa mille Comuni.
Le parole di Salvini
Il Capitano, intervistato dalla stampa estera, osserva: “Chi prende un voto in più indicherà il presidente del Consiglio, se lo prenderà la Lega si prenderà le responsabilità del caso”. E poi: “I miei avversari sono a sinistra. Giorgia Meloni ha scelto la via dell’opposizione e questa legittima scelta nel breve periodo paga più che stare al Governo con Enrico Letta, Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Ma io la Lega all’opposizione che cresce nei sondaggi, e lascia campo libero alla sinistra per aumentare le tasse, non l’ho voluta”. Non solo: nel corso della trasmissione Quarta Repubblica, su Rete 4, Salvini sottolinea di lavorare “per unire. In qualche Comune Fratelli d’Italia ha scelto di dividere il centrodestra e andare da solo, mi auguro che siano errori di percorso, conto che nei prossimi mesi il centrodestra governi insieme”. Poi, a Radio Capital, il tentativo di disgelo: “Saremo insieme a Meloni a Verona, per sostenere lo stesso sindaco. Quando c’è da sostenere un amico della squadra alleata, io mi faccio anche 500 chilometri”.
Le bordate di Meloni
Inevitabile la replica della leader di FdI, primo partito secondo i sondaggi: “Mi sembra una lettura un po’ distorta. Ci sono Comuni dove dove FdI ha fatto una scelta diversa da Lega e Forza Italia, Comuni dove la Lega ha fatto una scelta diversa da FdI e Forza Italia e Comuni nei quali Fi ha fatto una scelta diversa da Lega e FdI. Adesso che la responsabilità sia solo la nostra… non mi pare che si possano trattare le questioni così. Le dinamiche territoriali sono complesse. Consiglio maggiore prudenza nelle dichiarazioni”.
Con l’aggiunta: “Quando FdI fu l’unico partito a non appoggiare il Governo Draghi, ci si disse che saremmo scomparsi. Si disse che era una scelta suicida. Oggi si sostiene il contrario, qual è la scelta giusta? Secondo me, non paga l’opposizione ma il fatto che Fdi è un partito che, se dice una cosa, la fa. C’è una affidabilità che ci sta premiando”. Meloni, che ribadisce “lavoro per un centrodestra unito, che rivendichi con orgoglio il suo essere alternativo alla sinistra”, manda anche un messaggio: “Non prevedo un terremoto nel centrodestra, per gli altri non posso dire. Il terremoto è più facile quando le fondamenta non sono solide, per cui si sta insieme per interesse, semplicemente per fare accordi e mantenere poltrone”. Così è quasi scontato “che poi si crolli alla prima difficoltà. Quando come nel centrodestra, al di là delle difficoltà, si sta insieme per compatibilità di visione, è molto più facile mantenere quelle fondamenta solide. E quindi tenere in piedi il palazzo”.
di Mimmo Fornari