Il segreto del referendum

venerdì 27 maggio 2022


Potremmo entrare nel merito dei cinque quesiti del prossimo referendum sulla giustizia, ma sarebbe un inutile prodigarsi. Dev’essere frustrante, specialmente per chi ha fatto enormi fatiche per riuscire a far indire un referendum, vederlo sciogliersi sempre come neve al sole. Temiamo che questo succederà anche stavolta, aiutato dal particolare calore di questa stagione, non perché scioglierà la neve ma perché andranno tutti al mare. E faranno bene, perché c’è da sentirsi presi in giro nell’essere chiamati alle urne quando si sa che al 99 per cento (a essere ottimisti) questo non servirà.

Non agli italiani, almeno, perché per il Governo sarà sempre un fiore aggiunto all’occhiello: “Noi il referendum ve l’abbiamo proposto, siete voi che non venite a votare!”. E, in fondo, hanno ragione. Nulla cambia le abitudini degli italiani, sempre pronti a fare il tifo per qualcuno, per esempio illuminando, dopo due giorni dall’inizio della guerra, il Colosseo con i colori della bandiera ucraina. “Siamo tutti ucraini”, tipo fanatismo calcistico, quando in quel momento di gente in giro che avesse sentito solo nominare Mariupol ce ne sarà stata l’1 per cento ad essere buoni.

Vogliamo affermare, sui referendum in generale, un’ultima cosa tecnica molto importante, che i vertici sanno ma che accuratamente non dicono. Visto che il quorum del 50 per cento+1 necessario a validare la votazione si raggiunge sommando tutti i voti espressi (Sì + No), a votare ci dovrebbe andare solo chi vota Sì, mentre chi vota No è meglio che faccia una gita. Questo perché in caso di quorum non raggiunto vince il No comunque! Al contrario, recarsi alle urne per votare No potrebbe solo servire a raggiungere il famoso 50 per cento e a rendere valida una votazione dove i Sì potrebbero essere la maggioranza. Dice: “Ma poi non si rischia che i Sì raggiungano da soli il quorum?”. In questa ipotesi molto improbabile (ricordiamo che i votanti attuali sono 51,5 miloni e la metà necessaria supera i 25 milioni) non cambierebbe comunque nulla, perché i Sì avrebbero vinto anche se i No fossero andati tutti a votare.


di Maurizio Oliviero