C’è Nirvana e (Para)Nirvana!

venerdì 27 maggio 2022


A questo grado di calore, vista la accesa volontà guerresca di grandi gruppi, specialmente della stampa, dei mezzi di comunicazione, sarebbe il caso di trasformare le parole in fatti e di cominciare la diffusione della guerra. Perché limitarla all’Ucraina quando la si può fare nelle zone baltiche e perché limitarla alle zone baltiche quando c’è tutto il Mediterraneo, e perché lasciare in pace il Pacifico, per così dire? Rendiamo bellicoso anche il Pacifico, reinventiamo il suo nome, inoltriamoci nel Sud America e non lasciamo tranquilla, tutt’altro, l’Africa. Insomma finalmente accontentiamo coloro i quali ritengono che la guerra mondiale abbia effetti salutari, decongestionanti, anticistici.

E quali effetti salutari? Li nominiamo, ma sono evidenti: milioni di morti, migliaia di milioni, accorciamento della popolazione mondiale a livelli solenni, gran risultato perché siamo troppi, lo dicono tutti, risolta la disoccupazione, l’indebitamento da largizioni. Addirittura la fame se africani, sudamericani, asiatici venissero scremati. Difficile è trovare la formula risolutiva ma da che mondo e mondo la guerra ha provveduto allo svolgimento di situazioni groviglio, e sia chiaro oggi occorrerebbe una guerra al nucleare per contentare i più animati filosofi della distruzione e sciogliere le convulse membrature intersecate.

La contaminazione del terreno reso infertile e dell’acqua resa impotabile non sono conquiste da poco, accrescerebbero i risultati dell’annientamento, costituiscono vittorie del progresso omicidiario, scopo a quanto pare esclusivo della nostra vicenda attuale che trasmetterà ai posteri la sua connotazione negli annali. Ventunesimo secolo: l’umanità raggiunge il risultato al quale tendeva da millenni, l’estinzione della specie, la quale, a detta delle scienze psicologiche (psicoanalisi), è la tendenza fondamentale e segreta della vita.

Sì, la vita cerca la morte, la quiete definitiva, vivere (eros) è difficile, ansia, desiderio, anelito, amare è una oscillazione del sentire, il “sentire”, tremenda condizione, dolore, passione, gioia, invece spegnere il sentire, il nirvana, l’atarassia, l’apatia (non sono il medesimo, riduco) ed infine il Super Io. E il trovato più malfamato, Thanatos. Distinguiamo. Posso ottenere lo spegnimento della tensione emozionale annientando le mie emozioni o annientando la ragione esterna alle mie tensioni. Questo comportamento avviene per singoli individui ma può diventare la finalità di gran parte del genere umano. La quiete definitiva, il Non essere dell’Essere. Ma poiché non siamo in epoca particolarmente filosofica, mentre il nirvana “classico” significava vivere nel distacco, nell’apatia o nell’atarassia secondo le scuole, ma continuare a vivere, la gente d’oggi alquanto rusticana e grossolanella crede di raggiungere la quiete nella morte fisica dell’altro, nella eliminazione dell’ostacolo, della fonte di inquietudine, confonde serenità con distruzione, al dunque crede di risolvere le difficoltà del vivere annientando la vita in sé o chi susciterebbe sofferenza.

La guerra è il mezzo specifico per eliminare chi disturba la nostra emotività, chi crea ansia, timori. Si cerca la tranquillità eliminando le nostre emozioni (Super io autorepressivo) o le fonti delle emozioni penose, l’altro (Super io eterorepressivo, guerra). Sono entrambi atteggiamenti mortiferi, sradicanti. Non pervengono all’arte del vivere, al tentare di sciogliere le ragioni del turbamento mantenendo le ragioni di vivere. Troppo facile, annientare. Ma non risolve. Un mondo senza turbamenti sarebbe un cimitero urbano. Un mondo in cui un Super Io planetario intendesse reprimere ogni movenza che lo inquieta sarebbe impossibile e fonte di perenni conflitti. Già è difficilissimo reprimere le proprie emozioni, impossibile reprimere i movimenti altrui che ci infastidiscono. Eppure oggi si cerca di stabilire o ristabilire un Super Io mondiale tale da controllare, ordinare, costringere, imporre a tutti e a chiunque che fare e non fare.

Questo scopo possentemente repressivo non è attuabile se non ricorrendo alla distruzione dell’altro, di chi dà fastidi, disobbedisce, disturba i nervi dell’individuo, gruppo, Stato che invece vogliono sostare tranquilli e sicuri. Errore da scardinare la collocazione del sole. Sarebbe fermare la vita. Chi ha questo scopo di controllare il mondo vive l’ossessione del minimo movimento altrui. Tutti e tutti sotto controllo, così io posso stare in pace ma poiché non riesco a controllare tutto e tutti, non vi è pace. Non siamo come nell’orda dove solo uno sveva diritto di accoppiarsi. Non siamo come certe scimmie o come le zebre o mandrie dove c’è un capo branco, lo stallone. Non lo siamo, non è questo lo sciamare della vita.

Chi vuole controllare il tutto reprime, opprime, genera alla lunga morte, perché è con la morte di chi gli provoca fastidio che crede di conquistare la pace. Ma una pace conquistata con la negazione dell’altro non è pace, non è vita. Si sta creando l’illusione che dopo la guerra verrebbe la soluzione. No, verrebbe la morte. È il principio infondato: nessuno riesce a controllare i movimenti dell’intera umanità. Il capobranco vale per gruppi accorciati. Ma se gli Stati Uniti credono fare i capi branco di Russia e Cina, non vi sarà controllo vi sarà guerra, e vi sarà guerra perché si vuole l’impossibile, il controllo. E dalla guerra non verrebbe il Nirvana, la serenità, ma il Paranirvana, la Morte. È una differenza immane. Volere l’impossibile, questo è il punto dell’equivoco. Se gli Sati Uniti legittimamente non vogliono essere danneggiati dagli altri e soffrire non devono supporre che possono radicalmente impedire che gli altri si girino sui fianchi e si alzino di notte.

La mia serenità non riuscirà mai a impedire che qualcuno o qualcosa mi infastidisca. Certo, vi sono dei limiti. Già, e chi li stabilisce, il capobranco?! Che tragedia: mentre il nirvana classico era il distacco, la pace durante la vita ci roviniamo con il Paranirvana ossia la morte. Che tragedia questo equivoco, credere di raggiungere la pace, il nirvana sereno, la soluzione dell’angoscia, ed invece si raggiunge una morte nel fango, nel terriccio nella polvere. Che tragedia volere l’impossibile, aver arricchito la Cina credendo di colonizzarla ed ora concepire che non abbia diritto a pretendere quel che è riuscita a conquistare! Aver bisogno delle materie prime russe ma non volere che giovino al potenziamento della Russia (e dell’Europa-Germania). Illudere di forgiare l’Unione Europea per il risorgere dell’Europa ed al minimo cenno di indipendenza europea rompere la schiena.

Certo, è la politica. Ma bisogna commisurare le ambizioni alla realizzazione. La guerra è la prosecuzione della “politica” con altri mezzi. La realizzazione, la continuazione della “politica” non della rovina. La guerra deve restare nella “politica” non mandare il mondo all’aria perché non si riesce a fare “politica”. Secondo gli psicoanalisti, quando l’Io non riesce a dominare le pulsioni (Inconscio, Es) interviene il Super Io che annienta la vita. La guerra. Non sapendo competere “politicamente”, economicamente con Cina e Russia, la guerra. Certo, talvolta è necessaria. Talvolta. Non è una prescrizione obbligata.

Si può anche evitare. Cercare di prevalere politicamente, economicamente, se comprendiamo che decidiamo la guerra perché incapaci di contrastare con altri mezzi, appunto, economici, politici. In tal caso la guerra non sarebbe la prosecuzione della politica ma segno del fallimento della politica. Far saltare il mondo invece di governarlo. Che sia precisabile una strategia idonea a salvarci, non pare. Piuttosto colpi dati e ricevuti. E, sullo sfondo, l’spirazione a distruggere, essere distrutti, finirla, Thanatos, Paranirvana, basta, dormire, non svegliatemi, voglio divertirmi, un po’ di confusione c’è. Certo, pensare, diciamo, che stiamo nella Terza guerra mondiale, sull’uscio di nuove pandemie, così, tanto dire, insomma, ecco, il futuro, tutta colpa di Adamo ed Eva! E del serpente. Più del serpente o dell’uomo?


di Antonio Saccà