Giustizia, Calderoli: “Su referendum c’è la congiura del silenzio”

martedì 10 maggio 2022


“Spero che gli italiani vadano a votare”. Con questo auspicio, Roberto Calderoli intende affrontare la campagna dei cinque referendum sulla Giustizia che si terranno il prossimo 12 giugno. Il senatore della Lega e vicepresidente del Senato rilascia un’intervista al Corriere della Sera sul tema dei quesiti promossi dal Carroccio insieme ai Radicali. Per Calderoli, “è partita la congiura del silenzio. Insieme a quella per sterilizzare la consultazione. A costo di passare per il giapponese sull’isola, io spero che gli italiani vengano a votare. È l’unico modo per fare sentire la voce del popolo”. Come data del voto però “è stata scelta la prima domenica dopo la fine della scuola e dopo due anni di clausure da pandemia”, precisa.

Inoltre, secondo l’esponente storico della Lega “dei 5 referendum presentati, è stato bocciato quello di maggior presa, la responsabilità diretta dei magistrati, quello che avevamo chiamato Chi sbaglia paga. Non si capisce perché – spiega – visto che il quesito era stato dichiarato ammissibile nel 1987. Osservo che sono stati bocciati anche referendum non nostri sulla cannabis e sull’eutanasia, che avrebbero veicolato ampia partecipazione”. Secondo Calderoli, “la riforma della giustizia” di cui si sente parlare da quarant’anni, “mette il turbo e arriva in Parlamento. La riforma è un brodino che allunga le questioni vere. Ma guarda un po’, provano in tutti i modi ad approvarla appena prima di arrivare al voto: farebbe saltare tre quesiti su cinque”.


di Duilio Vivanti