Figli di una democrazia minore

giovedì 7 aprile 2022


Ho ascoltato la conferenza stampa relativa alla presentazione del Def (Documento di economia e finanza), propedeutico a una serie di adempimenti che il Governo in carica deve ottemperare nei confronti dell’Unione europea e, successivamente, punto di riferimento per la Legge di Stabilità, norma politica per eccellenza. Ma non voglio, oggi, parlare del Def: ne scriveremo quando sarà pubblicato e ne avremo analizzato il contenuto nel dettaglio.

Mi preme significare ai lettori un aspetto che è parso, a mio avviso, veramente paradossale. Alla conferenza stampa si sono presentati Mario Draghi, nella sua veste di presidente del Consiglio dei ministri, ovvero la massima espressione del potere politico della nostra Repubblica parlamentare. Alla sua sinistra era seduto Daniele Franco, ministro dell’Economia e della Finanza, ossia il responsabile di fronte al Parlamento della politica economica adottata dal Governo. Entrambi tecnici. I partiti della coalizione di Governo non erano rappresentati da alcun ministro espressione della politica.

Un cronista del “Il Fatto quotidiano”, giornale lontano anni luce dal mio sentire, ha chiesto al presidente del Consiglio quale decisione avrebbe preso il Governo italiano in merito all’embargo europeo sul gas russo, dopo che la Germania si era defilata. Draghi, senza celare l’irritazione, ha risposto che l’Italia seguirà le decisioni prese nell’ambito dell’Unione Europea. Ho pensato che stesse aspettando le decisioni della catena di comando gerarchica: prima Joe Biden e, a seguire, l’Ue. Nel mondo ci sono: teocrazie, dittature, democrature, autarchie e, fortunatamente, qualche vera democrazia. L’Italia è, ormai, una democrazia minore. Anzi, una tecnocrazia!


di Antonio Giuseppe Di Natale