FdI, Pd, Nato e l’opinione pubblica

venerdì 1 aprile 2022


Il 72 per cento degli italiani non vuole né guerrearmi. Per fortuna è così: Il Fatto ha scoperto l’acqua calda. Il restante 28 per cento non è formato da dipendenti della Beretta, ma da persone che hanno capito che la domanda era un trucco populista di bassa lega. Vi sono infatti quotidiani e siti di informazione – nati con identità politiche opposte – che oggi fanno parte di un ammasso che comincia a prendere una forma e giocano a fare il bastian contrario. Tutte le opinioni sono lecite, ma nelle “questioni decisive” sono auspicabili scelte collettive e non di parte, mentre la stampa dovrebbe almeno non gettare benzina sul fuoco. Viceversa, si arriva – com’è successo – a una difesa delle nostre case rinviata al 2028 invece che al 2024. Rispetto al nostro stato di impasse permanente, la pur prudente Germania ha dato il via con urgenza a un sistema di difesa anti-missile, caso mai da Est arrivassero dei regali volanti a base di uranio, plutonio o polonio. Lo scudo che il Governo tedesco vorrebbe realizzare entro tre anni sarebbe un’evoluzione dell’Iron Dome israeliano, che garantisce una difesa efficace contro i missili a corto raggio Katiusha e Qassam, lanciati da Libano o Gaza. Gli israeliani stanno sviluppando anche un sistema contro il missile iraniano Khaybar Shekan, annunciato dalle Guardie rivoluzionarie lo scorso febbraio, che – avendo un range di azione di 1450 chilometri – è in grado di raggiungere Israele superando lo scudo di Iron Dome.

Dopo molte critiche e ironie sull’aeronautica militare e sui blindati della Bundeswehr, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato un piano di investimenti di 100 miliardi sulla Difesa (in Germania si usa la parola “Difesa” al posto di “riarmo”). Il cortocircuito tra politica e opinione pubblica di casa nostra è causato dal fatto che la comunicazione è in mano a persone che non sanno né cosa sia la controinformazione né la informazione? Nel Parlamento tedesco i social-democratici come la Cdu e altri partiti si dichiarano d’accordo sull’utilizzo del nuovo sistema anti-missile israeliano, che andrà anche ai Sauditi e agli Emirati.

In queste ore, ho ascoltato e letto cose indigeribili. Nei social sta avvenendo ciò che era accaduto durante la pandemia: la polarizzazione dei commenti e dei testi. Con la differenza che gli oltranzisti de “il Covid non esiste” (una parte dei “No vax”) sono in parte diventati putinisti, e bombardano con slogan slavinneggianti i post che cercano di distinguere tra dittatura e democrazia, tra buonsenso e incoscienza, tra barbarie e diritto alla difesa. Si è rinforzata una sub-opinione pubblica integralista che – come si diceva – sta saldando No-Tav e nostalgici di Stalin con i duginiani occidentali che hanno letto Julius Evola e gradiscono gli uomini forti, russi o post-fascisti non importa. Poi ci sono i benaltristi, eredi dei catto-com di cultura bergogliana e avvenirista. Parlo dell’area rappresentata dal quotidiano Avvenire. Presentarsi con il ramoscello di ulivo davanti a Vladimir Putin non rappresenterebbe un atto alla San Francesco, ma un attentato avventurista alla sicurezza nazionale. Parliamo di case, scuole, famiglie distrutte a due passi dall’Italia, e con un criminale plutocrate che ha parlato di atomica: tutti possono vedere cosa è in gioco, anche col poco che arriva sui tg. Anche chi svende la coscienza per un po’ di gloria sul web può riuscire a capire quale sia il problema di Putin.

Mentre le nostre due opinioni pubbliche sono eternamente ai livelli di caos logico, logistico e mentale dell’8 settembre 1943, devo – per quanto a fatica – tessere parole di apprezzamento per Fratelli d’Italia e Partito Democratico. Due partiti che con l’area liberale e socialista rappresentano movimenti i quali, pur con i loro demeriti, quando sbagliano o quando scelgono bene lo fanno seriamente. Mi spiego: quando FdI e il Pd sostengono con forza la necessità e urgenza di difenderci da possibili attacchi in sede Nato, io mi preoccupo, perché non ho un chip nella testa che mi spinge a pensare a una mossa dovuta a un cedimento interessato di Pd e FdI alla “lobby delle armi”. Il problema esiste realmente e non finirà presto, al di là dell’invasione dell’Ucraina da parte di una nazione che è da sempre nel Comitato di Sicurezza dell’Onu.


di Paolo Della Sala