La “cancellazione della cultura” dopo Balbo

giovedì 24 marzo 2022


È facile immaginare il grande disagio che avranno provato i fruitori dei voli di Stato salendo le scalette dell’Airbus A319 del 31° stormo dell’Aeronautica militare alla visione del nome di Italo Balbo impresso sulla fusoliera. Molti pur di non vedere quel nome pare che abbiano successivamente preferito gli scomodi sedili di un volo Ita intestato a Francesco Totti rinunciando coerenti e con piacere ai salotti Frau del velivolo incriminato. La censura del politicamente corretto dopo aver colpito Volpi e il suo Festival di Venezia, De Cecco e le sue le tripoline ora ha scoperto che Italo Balbo pur se coraggioso oppositore delle più bieche leggi fasciste può sconvolgere le coscienze. Poco importa se le sue trasvolate atlantiche costituiscano la nascita dell’aviazione civile e poco importa che abbia conferito più gloria all’Italia di quanta ne abbiano dato tutti gli illustri passeggeri dell’airbus a lui intestato messi insieme!

Consoliamoci pensando che in altri Paesi hanno sempre più spazio quelle correnti progressiste che in nome di un non ben definito moralismo stanno cancellando Dante, Cristoforo Colombo, Disney e Via col vento. Si valuta il passato con gli occhi di oggi e un malcelato perbenismo linguistico oltre a censurare le libere opinioni purtroppo sta soffocando la libertà di studio e di pensiero. Siamo fortunati che l’onorevole Nicola Fratoianni, estensore dell’interrogazione parlamentare relativa alla nefasta carlinga, non sia un giurista altrimenti sfogliando un qualsiasi codice penale si sarebbe accorto del nome dell’autore stampigliato nella prima pagina: Alfredo Rocco.

L’ottimo e ancora attuale codice penale che disciplina la vita giudiziaria del nostro Paese è infatti stato scritto e concepito nel 1930 dal guardasigilli Rocco, convinto fascista della prima ora che prima di giungere al vertice del dicastero della Giustizia ne era stato sottosegretario e prima ancora presidente della Camera. Ruoli politici e istituzionali ben più incisivi di quelli di Balbo ma nessuno si è ancora sognato di espungere il nome Rocco dal Codice penale presente in tutti i tribunali e sulle scrivanie di tutti i giuristi. Il distorto senso del Politically correct ha portato ad attualizzare e a processare il passato nelle sue declinazioni filosofiche, artistiche, storiche e letterarie. Quella giuridica non è ancora stata contemplata. Vedremo presto scomparire anche il lungimirante Rocco dalle nostre aule giudiziarie?

(*) Tratto da Infosec.news


di Ferdinando Fedi (*)