martedì 1 marzo 2022
Si ipotizzano possibili razionamenti del gas, ancora non necessari. Sono solo alcuni dei provvedimenti previsti dal decreto varato dal Consiglio dei ministri sulle misure urgenti relative alla crisi ucraina. L’invio “in deroga” di “mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” al governo ucraino potrà avvenire “fino al 31 dicembre” ma “previa risoluzione delle Camere”, prevede la bozza del decreto. Saranno poi decreti del ministero della Difesa, “di concerto” con Esteri e Mef a definire “l’elenco” degli aiuti militari. “Il Consiglio dei ministri ha deciso di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea. Per questo motivo ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”.
Il nuovo decreto “si occupa del livello di rischio imprevisto” rispetto al funzionamento del sistema nazionale gas. Palazzo Chigi spiega che “si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza, una eventualità che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese”. In più “si rende immediatamente attuabile” il razionamento del gas utilizzato “dalle centrali elettriche” e “nel settore termoelettrico”. Sarà il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ad adottare con “provvedimenti e atti di indirizzo” misure “finalizzate all’aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi di gas previste dal Piano, “a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza”. Il ministro dovrà poi darne “comunicazione nella prima riunione del Consiglio dei ministri successiva all’adozione delle misure”.
A margine del Consiglio Ue Energia a Bruxelles, Cingolani ha detto che “l’Italia ha un piano molto chiaro: nel brevissimo termine, nell’ordine di settimane, non c’è nessun problema di approvvigionamento, dal prossimo anno c’è da affrontare il problema dello stoccaggio, ma abbiamo una strategia per il breve, il medio e il lungo termine, per sganciarci dalla dipendenza del gas russo”.
La bozza di decreto prevede inoltre che, se scattano i razionamenti del consumo di gas “nel settore termoelettrico”, Terna dovrà predisporre “un programma di massimizzazione dell’impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio, per il periodo stimato di durata dell’emergenza” o fino a quando indicato dal Mite. Terna invierà report settimanale a Mite e Authority. Agli impianti si applicheranno limiti europei di emissioni di Co2, meno restrittivi di quelli nazionali.
Cingolani ha detto che “i test per sganciare la rete elettrica ucraina da quella russa e collegarla a quella europea sono stati di successo, l’Ucraina ha visto che può sganciarsi, a questo punto gli operatori stanno cercando di rendere questo sganciamento effettivo, è tutto in divenire in queste ore. Un incremento di 13mila posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai Prefetti (Cas) e un potenziamento di ulteriori tremila posti del sistema di accoglienza e integrazione (Sai)”: sono alcune delle misure previste per quanto riguarda i rifugiati in arrivo dall’Ucraina.
Il Consiglio dei ministri ha istituito un apposito Fondo da 500mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani. Stanziati 10 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali per consentire di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti in materia di soccorso e assistenza alla popolazione ucraina.
di Redazione