mercoledì 23 febbraio 2022
Ieri Palazzo Madama ha approvato. Sul caso Open, il Senato ha votato a favore di Matteo Renzi. Il Pd si è schierato col centrodestra. Solo M5s e Leu contrari. L’Aula ha detto sì alla relazione della Giunta delle immunità che dà ragione al leader di Italia viva e trascina davanti alla Consulta i pm della Procura di Firenze per un conflitto d’attribuzione di potere. I voti favorevoli alla relazione sono stati 167, i contrari 76, nessun astenuto tra i 244 presenti. I dem hanno votato con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Contrari solo il Movimento 5 stelle e Liberi e uguali. “Nessuno ha mai detto che noi e il Pd siamo uguali o aspiriamo ad esserlo. Ci sono temi su cui la pensiamo diversamente, ma l’intesa per ora è in piedi”. Questa è la posizione che circola tra deputati e senatori pentasellati. Ed è assolutamente legittimo che nulla venga intaccato dopo la partita sull’inchiesta Open. Da una parte il Pd favorevole al conflitto d’attribuzione (come tutto il centrodestra e, ovviamente, Italia viva); dall’altra, il Movimento cinque stelle, contrario.
Nel suo intervento, Renzi è stato molto duro con i magistrati. “Chi dice che siamo in presenza del tentativo di un senatore di allontanarsi dal processo mente sapendo di mentire. Questo non ha niente a che vedere con la posizione dell’imputato, non cambia niente nel processo che mi riguarda. Siamo qua perché su questo tema si combatte una battaglia di civiltà giuridica e di dignità della politica. Qua parliamo di Costituzione”. Oggi il leader di Italia viva è tornato sulla vicenda che lo vede coinvolto. “Ieri – ha scritto nella sua nella sua Enews – il Senato ha votato per sollevare un conflitto di attribuzione con la Procura di Firenze per il mancato rispetto della Costituzione. Questa decisione, presa a larga maggioranza, non riguarda la mia posizione: non chiedo l’immunità parlamentare. Chiedo di rispettare il principio per cui la legge è uguale per tutti, anche per i Pm fiorentini. È una battaglia di civiltà giuridica e di difesa della politica. Questa battaglia non mi conviene ma è giusta e sacrosanta. E ho giurato a me stesso che non avrei mai rinunciato a fare una battaglia giusta solo perché non conviene”.
Parlando stamattina ai microfoni di Radio Leopolda, il leader di Italia viva ha ringraziato i dem. “Rispetto il dibattito interno del Pd – sostiene – ma esprimo gratitudine perché ha abbandonato la linea che aveva tenuto in giunta. Infatti la commissaria Pd in giunta ieri non ha partecipato al voto, rispetto la sua decisione”. Secondo Renzi, “sulla vicenda Open nei prossimi anni ne vedremo delle belle. Uno scandalo, un processo politico alla politica. Ci saranno cinque anni di udienze, problemi e difficoltà, ma noi ci siamo messi col passo del maratoneta. Al termine ci sarà la possibilità di far vedere la verità e lo scandalo della vicenda”.
Intanto, scoppia una polemica tra i pentastellati e Renzi. Roberta Lombardi ha attaccato il senatore di Rignano sull’Arno. L’assessora alla Transizione ecologica e digitale della Regione Lazio sostiene che Italia viva sia fuori dal fronte progressista. L’ex premier replica duramente: “Chi è? Quella che fece l’esame a Bersani insieme al gerarca minore Crimi. Questa statista ha bloccato non le fonti fossili tradizionali ma è la prima in Italia che ha bloccato le rinnovabili. Siamo ben lieti di essere dalla parte opposta della Lombardi”.
L’ex capogruppo alla Camera del M5s si dice fiera di aver tutelato la sua “terra da una diffusione senza controllo delle rinnovabili che minacciavano paesaggio e agricoltura. La moratoria scade tra due mesi, poi si ricomincia in un quadro ordinato di regole. La transizione è equilibrio tra sviluppo e rigenerazione delle risorse naturali. Se non lo sai, ti metti automaticamente da solo fuori dal fronte progressista. Ma non sorprende da parte di Renzi che oggi si erge a paladino delle rinnovabili ma quando era al Governo con il decreto Spalma incentivi tagliò in maniera retroattiva gli incentivi agli impianti di energia rinnovabile”.
di Lia Faldini