lunedì 21 febbraio 2022
Adesso che Mario Draghi è corso da Sergio Mattarella per farsi rassicurare sulla fedeltà dei nostri parlamentari, è evidente a tutti chi comanda in Italia. È chiaro, sì o no? Diversamente da quello che pensa il premier, che non sembra disporre nemmeno dei concetti base della democrazia, cioè che dovrebbe decidere il popolo italiano non il presidente della Repubblica in sua vece. Camera e Senato, deputati e senatori, coloro cioè che rappresentano o meglio dovrebbero ed avrebbero dovuto rappresentare il popolo italiano, redigono le leggi e decidono cosa fa il Governo, non viceversa. Così appare chiara la “violazione” della nostra Costituzione e di tutte le nostre regole.
Chi le viola? Risposta: proprio chi deve, dovrebbe e avrebbe dovuto rispettarla, rappresentarla e farla rispettare, cioè le nostre istituzioni. A cominciare dalla presidenza della Repubblica che non può essere prorogata in nessun caso, mentre invece Mattarella oggi e Giorgio Napolitano ieri, hanno fatto il contrario. E la presidenza del Consiglio, facendo invece tutto da sola, non solo rimane ed è scollegata dalla volontà sacrosanta degli italiani ma è anche in palese violazione della Carta, che stabilisce che essa sia eletta, raccordata e collegata elettoralmente agli italiani.
In “violazione” della Costituzione è anche tutto il Parlamento che dai tempi del referendum abrogativo di trecento parlamentari, bellamente tira a campare, ingurgitando e ingoiando di tutto per la agognata pensioncina. Ci sarebbe sempre la regola delle elezioni ma, ça va sans dire, le istituzioni se ne fregano e si oppongono al voto degli italiani. Povere istituzioni, stanno facendo i conti senza l’oste, che è la realtà. Hai voglia a coprire il disastro dei conti e dei bonus. Finché non si vota, il Capo dello Stato farà come vuole e l’Italia gli scoppierà in mano. E intanto è tempesta dalle parti della giustizia ingiusta che Mattarella, anche in questo caso, non riforma.
di Francesca Romana Fantetti