venerdì 18 febbraio 2022
La bacchetta in mano non come direttore d’orchestra ma nelle vesti di maestro severo. E poi la strigliata. Mario Draghi non ha gradito quanto accaduto la scorsa notte, quando il Governo è andato sotto quattro volte nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera durante le votazioni del decreto Milleproroghe. Secondo i rumors, il premier avrebbe preteso più compattezza alla maggioranza. E ai capidelegazione avrebbe chiesto “di garantire i voti in Parlamento o non si va avanti”.
Maggioranza spaccata
Riavvolgiamo il nastro. La maggioranza è andata in ordine sparso sul decreto Milleproroghe. Gli emendamenti presentati dai partiti hanno ricevuto l’ok con il parere contrario dell’Esecutivo. I temi andavano dal tetto all’utilizzo del contante, alla questione delle bonifiche dei siti inquinati di Taranto, senza dimenticare la proroga di tre anni dell’applicazione dei divieti di sperimentazione sugli animali. Da segnalare come una modifica di Forza Italia sulle graduatorie degli insegnanti sia tornata indietro nonostante il parere positivo del Governo.
Bene ma non benissimo, insomma. E nel Partito Democratico c’è chi si è lasciato andare, come riportato su Repubblica, a un commento che non ha lasciato spazio a interpretazioni: “In tempi normali, se il Governo fosse andato sotto quattro volte, saremmo andati dritti alla crisi”.
di Mimmo Fornari