Quando le bugie hanno le gambe corte

martedì 15 febbraio 2022


Noi esperti lo sapevamo e lo dicevamo da tanto. Ma semplicemente perché un po’ abbiamo studiato. Referendum anti-nucleare, partiti politici improvvisati al Governo, mancanza di una cultura tecnico-scientifica ma anche storica nel Paese, Enti nazionali lasciati all’abbandono e al degrado, un sistema energetico totalmente sbilanciato e dipendente dall’estero, non potevano che portare prima o poi alla situazione attuale e in futuro a una crisi economica di tipo permanente.

Mentre altri Paesi europei e non europei si attrezzavano e si attrezzano con infrastrutture solide e altrettanto solide organizzazioni, in Italia si gioca con l’energia, non considerando che essa rappresenta almeno il 50 per cento dello sviluppo economico e della sicurezza degli approvvigionamenti. Il costo dell’energia non rimane limitato ai prodotti energetici ma permea tutti i processi e prodotti, gli alimentari, i servizi, i beni di consumo. La mancanza di energia fa vacillare e crollare le altre reti e infrastrutture che su essa si poggiano, in primis le telecomunicazioni e le altre reti di forniture, come quella idrica.

Il fatto che l’elettricità sia un bene dovuto per gli italiani non era scritto e non è scritto da nessuna parte del mondo. Dietro quella presa di corrente ci sono impianti e reti, piani e strategie, capitali e finanziamenti, industrie e imprese. Se attaccare quella spina oggi è diventato carissimo, e domani potrebbe anche non fornire più nulla, il cittadino deve ringraziare la sua stupidità, sentire tutto il dramma della sua ignoranza e protestare sì ma contro la sua stessa imbecillità, e comunque sarà troppo tardi.

Il problema del cambiamento climatico, prima accantonato dal Covid e poi polverizzato dalle minacce di guerra e di crisi energetica, ha spostato l’attenzione da Greta e dai gretini ai problemi ben più cogenti della nostra vita individuale e sociale. Il sistema politico sembra giocare e non capire che l’aiuto a famiglie e imprese, a colpi di 4-5 miliardi a manovra, è un palliativo che non potrà continuare. Il Pnrr sarà divorato dalla spesa pubblica, se non si interviene usandolo per fare cose serie e smettere di assecondare l’ideologia.

Il nostro Paese, obnubilato da una televisione di regime e da una bassa preparazione culturale, non ha più nessuna capacità di raziocinio, e quindi è una facile preda delle tigri del mondo Cina, Russia, Francia, Paesi Arabi evoluti, seguiti da altri tigrotti più piccoli, che stanno sempre più invadendo (vedi rapporto Copasir) la nostra sovranità, comprando quegli asset ancora appetibili, dall’industria, al turismo, alla grande distribuzione, a pezzi interi di territorio.

La speranza che abbiamo è una colonizzazione illuminata da parte cinese o di chi per loro, che esegua in modo perentorio tutte le azioni che per vent’anni abbiamo accuratamente evitato per seguire ideologie scellerate. Certo noi saremo solo utili schiavi idioti, e magari ringrazieremo. Oppure, da bravi salvatori del pianeta, avviamoci davvero alla decrescita felice, o infelice, ma… guai al primo che tira fuori uno smartphone o una digital tv: nella decrescita verso il passato, le tecnologie sono severamente vietate ! Non più wazzappare ma solo zappare, si ma con buoi e aratro.

(*) Ingegnere, consigliere Associazione Astri


di Massimo Sepielli (*)