lunedì 14 febbraio 2022
Superbonus sì, no, forse. Nel calderone il braccio di ferro tra Lega e Movimento Cinque Stelle, sullo sfondo le dichiarazioni del premier Mario Draghi: “Il Superbonus si è fermato non per gli ostacoli sulla cessione dei crediti ma per i sequestri deliberati dalla magistratura a fronte di situazioni fraudolente che hanno raggiunto importi di 2,3 miliardi e le somme oggetto di controllo sono molto più alte”. E soprattutto: “L’uno per cento è il contributo che l’edilizia ha dato alla crescita ma senza Superbonus l’edilizia funziona lo stesso. Quelli che più tuonano oggi sulla necessità di proseguire, e che le frodi non contano e bisogna andare avanti, sono gli stessi che hanno scritto una legge dove è stato possibile fare quello che si è fatto senza controlli. Questa situazione si è creata perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli”. Non solo: “Per chiudere in positivo, posso aggiungere che il Governo vuole che il meccanismo funzioni e quindi i vari correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento cui sta lavorando il ministero dell’Economia insieme al Parlamento”.
Le parole del ministro Franco
Ad alimentare la miccia ci hanno pensato pure le parole di Daniele Franco, ministro dell’Economia, rilasciate la scorsa settimana nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri: “Tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto”. Con l’aggiunta: “Dire che i problemi che adesso si manifestano dipendano dai controlli, non credo. Dipendono dalla massiccia azione della magistratura penale che interviene su un contesto che prima era poco regolato. Molte procure sono intervenute, per ipotesi di reato”. Sequestrando, peraltro, “oltre 2 miliardi di crediti che sono corpi del reato e quindi l’intermediario non può farne niente”. Il M5S, da par sua, ha replicato con Riccardo Fraccaro: “Draghi sbaglia due volte quando parla di truffe in edilizia: la prima perché fa di tutta un’erba un fascio, confondendo il Superbonus con gli altri bonus. La seconda perché riconduce tutte le truffe al solo Superbonus 110 per cento. Come confermato dal ministro Franco, le truffe sono quasi esclusivamente relative ad altri bonus, non riguardano se non in minima parte il Superbonus, proprio perché prevede asseverazioni e controlli. Alla luce di queste dichiarazioni, viene meno ogni alibi. Il Governo lavori subito per far ripartire i cantieri del Superbonus bloccato ormai da troppo”.
La versione di Giancarlo Giorgetti
“Stiamo drogando l’edilizia”: meno conciliante Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico, in una intervista al Corriere della Sera, ha precisato: “Mettiamo un sacco di soldi sull’edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce alla crescita. Però così lasciamo languire altri settori, più strategici per l’Italia”. Pertanto: “Ci sono da affrontare la rivoluzione digitale ed energetica, e lo choc dell’automotive che deve affrontare il passaggio all’elettrico. E invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo”.
Cosa dice Matteo Salvini
L’alter ego del ministro Giorgetti, ossia Matteo Salvini, a Radio Rtl 102.5 ha notato: “Il Superbonus è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per rinnovarlo, aumentando la possibilità della cessione del credito, perché bloccare la cessione del credito significa bloccare l’edilizia che è l’unico settore che sta correndo in questo momento”. Inoltre, ha raccontato: “Giorgetti dice che non basta il Superbonus. Ovvio che non basta, però è fondamentale andare avanti sulla via del Superbonus per aiutare gli italiani e un settore come l’edilizia”.
“Botte da orbi” tra Calenda e Renzi
Le spallate non sono mancate anche altrove. Nella sua e-news, Matteo Renzi ha evidenziato: “Il Governo Draghi ha compiuto un anno. Prima o poi, anche i critici riconosceranno che la svolta Conte-Draghi ha salvato il Paese. E dire che a noi è costato tantissimo in termini umani prima ancora che politici: chi va contro la corrente deve essere particolarmente forte e motivato. Se vi fossero tra noi, ancora, inconsolabili nostalgici del Governo Conte, vorrei mostrare loro i dati sulle frodi che sono state permesse da leggi scritte malissimo come quelle del Governo Conte (110 per cento ma anche bonus facciate). Secondo l’Agenzia delle Entrate, aver scritto male le norme ha prodotto frodi per oltre 4 miliardi di euro. Avete letto bene: oltre 4 miliardi di euro. Una cifra enorme. L’onestà in politica non sta soltanto nella fedina penale pulita ma anche nella capacità di scrivere leggi giuste. Per un politico la prima forma di onestà è la competenza. Il Governo Conte non è stato il Governo della competenza, purtroppo: averlo mandato a casa resterà per sempre un grande merito di Italia Viva e di chi ci ha creduto, contro corrente e contro tutti”. Immediata la risposta di Carlo Calenda (Azione): “Leggi scritte e approvate dal Governo di cui Matteo Renzi e Italia Viva facevano parte. Stesso inaccettabile atteggiamento dei Cinque Stelle sul Tap. Io non c’ero e se c’ero dormivo non funziona e non fa bene alla credibilità della politica”.
Secondo l’Agenzia delle Entrate i bonus più utilizzati per frodare lo Stato sono stati il bonus facciate (46 per cento) e l’ecobonus (34 per cento). Tra i casi più eclatanti, come raccontato sul Corriere della Sera, un tossicodipendente disoccupato che ha cercato di cedere oltre 400mila euro di crediti fittizi. La Finanza, così, ha scoperto un sistema di creazione di falsi crediti per circa un miliardo in Puglia e in Lazio. Tra le altre cose, è stata sventata anche una truffa da 100 milioni messa in piedi a Napoli da un consorzio di 21 imprese con un solo dipendente.
di Mimmo Fornari