M5s, Tribunale: “Inefficaci modifiche statuto ed elezione Conte”

lunedì 7 febbraio 2022


Uno Tsunami si abbatte sull’universo pentastellato. “Il Tribunale Civile di Napoli, in sede di reclamo, ha disposto la sospensione dell’efficacia delle votazioni con cui nell’agosto 2021 è stato modificato lo statuto del Movimento 5 stelle e anche l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza, carica prevista dallo stesso statuto”. Lo conferma l’avvocato Lorenzo Borré, legale che ha sostenuto il ricorso di tre militanti, in rappresentanza di diverse centinaia di iscritti che hanno partecipato al pagamento delle spese legali con una raccolta di fondi. “È stata ripristinata la democrazia all’interno del Movimento 5 stelle. I veri sconfitti sono Conte, Fico e Di Maio che hanno tutti pari responsabilità politiche”. Lo dice all’Ansa Steven Hutchinson, uno dei tre attivisti napoletani del Movimento 5 stelle che ha presentato il ricorso su cui si è pronunciato il Tribunale di Napoli. “Si ritorna – aggiunge – allo Statuto uscito dagli Stati generali del febbraio 2021. Da qui bisogna ripartire. Auspichiamo che vengano riconosciuti gli errori da tutti i responsabili”.

Un garante, un presidente, gruppi territoriali al posto dei meetup, e il coinvolgimento degli iscritti tramite “idonee piattaforme Internet” e non più quella di Rousseau: sono alcuni dei capisaldi dello statuto del M5s approvato all’inizio di agosto dell’anno scorso, con modifiche che oggi sono state sospese dal Tribunale di Napoli, nel dispositivo con cui è stato accolto il reclamo di tre attivisti. Una nuova bocciatura dopo quella di dicembre da parte della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti, che verifica i requisiti di democraticità interna per fare accedere le forze politiche ai benefici fiscali, fra cui il 2xmille.

Lo statuto del M5s inquadra il presidente come l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico: può essere sfiduciato con delibera assunta all’unanimità dai componenti del Comitato di garanzia o dal Garante (“è il custode dei valori fondamentali” e “ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto”), ratificata da una consultazione in rete degli iscritti. Fra i 25 articoli dello statuto M5s, anche quello relativo alla clausola arbitrale: qualsiasi controversia “tra gli iscritti, i gruppi territoriali, gli organi associativi e/o i loro componenti e l’associazione”, prevede il testo, “sarà oggetto di un preventivo tentativo di conciliazione da svolgersi, senza obbligo di procedura, avanti ad un mediatore estratto a sorte tra i mediatori iscritti nell’elenco dei mediatori del Movimento 5 stelle predisposto e tenuto dal Comitato di garanzia”. Introdotto come novità anche un riferimento alla “cura delle parole”, in cui si prevede che “le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti”.

Proprio oggi Giuseppe Conte aveva provato a parlare da leader. Dopo la débâcle consumata nella partita del Quirinale, l’ex premier ha disegnato il profilo del “nuovo” mondo grillino. “Nel Movimento – ha afferma in un’intervista a La Stampa – nessuno deve sentirsi indispensabile, nemmeno io”. Un fatto è certo: il presidente M5s non vuole più tollerare le debilitanti guerre interne. Si riferisce alle tensioni con Luigi Di Maio. “Ci saranno dei momenti di confronto – ha detto – dove potremo analizzare quanto successo anche al fine di evitare che questi errori si ripetano. Né possiamo tollerare per il futuro guerre di logoramento interno”. Conte ribadisce con forza il suo “no” alle correnti: “La forza del Movimento è sempre stata quella di non cedere al correntismo della vecchia politica”, ma “certo non potrò permettere che mentre prima si andava in piazza a fare battaglie civili e politiche, oggi si vada in piazza a palesare correnti. Quella mossa ha creato dolore e malumori nella nostra comunità. Anche per questo ho valutato come doverose le dimissioni di Di Maio dal Comitato di garanzia”.

L’ex premier torna, poi, a smentire accordi segreti con Matteo Salvini sul Colle: “Si è molto fantasticato – ha detto – su questo dialogo che ho intrattenuto con il centrodestra e Salvini in particolare anche a nome del Pd e di Leu. Ma dialogo non significa sotterfugi né accordi inconfessabili”. Quanto all’azione di governo, tra le priorità, Conte ha sottolineato “il caro bollette” e la sanità con “il milione di interventi e operazioni slittate” per il Covid e al premier Mario Draghi ha chiesto “risposte coraggiose per assicurare una stabile ripartenza e assecondare una robusta ripresa”. Infine, a una domanda sulla legge elettorale, Conte ha risposto: “Credo che una legge proporzionale sia lo strumento più efficace per interpretare la fase politica che stiamo vivendo: consentirà alle forze politiche di dialogare tra loro o differenziarsi presentando un’offerta politica più chiara e lineare ai propri elettori”.

 

 

 


di Mino Tebaldi