Se l’offerta di politica supera la domanda

sabato 5 febbraio 2022


Elezioni suppletive a Roma del 16 gennaio 2022 per eleggere il successore del sindaco Roberto Gualtieri dopo il passaggio in Campidoglio: votanti 11,3 per cento, non votanti 88,7 per cento. L’offerta politica non mancava, ma quasi nove elettori su dieci non hanno votato. Elezione del sindaco e del Consiglio comunale di Roma nell’ottobre 2021: nella “scheda lenzuolo” sono presenti 22 candidati alla carica di sindaco e ben 38 liste con oltre 1.600 candidati al Consiglio comunale. E non è finita qui, perché ci sono anche i candidati ai quindici municipi che compongono la città: 154 candidati a presidente e oltre 6.200 candidati ai Consigli municipali.

Ci si aspetterebbe che a questo spiegamento di candidati sia corrisposta una mobilitazione in massa degli elettori, ma così non è stato. Più della metà degli elettori, infatti, ha disertato le urne sia al primo che al secondo turno. Non è che nelle altre città la situazione sia molto differente. A Milano, per esempio, abbiamo visto 13 candidati alla carica di sindaco, con 28 liste e 1.100 candidati al consiglio comunale. Anche qui i votanti non hanno superato la metà degli aventi diritto e la percentuale si è arrestata a un modesto 47 per cento. A Napoli “solo” 7 candidati sindaco, ma 31 liste e 1.110 candidati a consigliere, ma due votanti su tre non si sono recati a votare.

Se si dà uno sguardo ai municipi (che in alcune città si chiamano circoscrizioni o municipalità, ma la sostanza non cambia), scopriamo che a Napoli c’è un candidato municipale ogni 180 abitanti, a Torino uno ogni 241, a Milano uno ogni 387 e a Roma uno ogni 448. Tanti, tantissimi candidati, quindi, ma pochi votanti. Ovunque la partecipazione al voto è stata deludente, lontanissima dalle percentuali dei decenni passati. Se volessimo traslare alla politica il linguaggio dell’economia, dovremmo dire che l’offerta di politica supera la domanda. Chi saprà estrarre dal cilindro l’offerta vincente, come è stato per i grillini alle elezioni politiche del 2018, potrà incassare la vittoria il prossimo anno.


di Andrea Cantadori