lunedì 31 gennaio 2022
Sergio Mattarella è il nuovo, vecchio, presidente della nostra Repubblica. Da un paio d’anni almeno la sua figura ha assunto i tratti del mito, e non appena ha sussurrato che forse poteva rimanere al Colle per altri 7 anni, i leader della politica non hanno perso tempo ed in una giornata, dopo una settimana di confusione, si è giunti alla rielezione del presidente.
Arrivare quasi al 2030 senza aver mai avuto una donna come presidente della Repubblica dovrebbe farci porre molti interrogativi sulle varie discriminazioni di genere che attanagliano ancora il nostro Paese. E di nomi importanti non ce ne erano pochi. Marta Cartabia, Elisabetta Casellati ed Elisabetta Belloni non avrebbero di certo sfigurato in quel ruolo, ma la politica, per mantenere se stessa in uno status quo perenne e che garantisce serenità, ha deciso di lasciar tutto come era.
Alla presidenza della Corte costituzionale va Giuliano Amato, a Palazzo Chigi Mario Draghi, al Colle Sergio Mattarella. Le donne oramai si istruiscono di più e meglio, ma ciò non basta a garantire loro incarichi di rilievo nel nostro Paese. Certo, in seconda fila le donne sono molte, e ricoprono anche ruoli importanti talvolta, ma ciò che dovrebbe scandalizzarci è il fatto stesso che ci sorprendiamo per il fatto che una donna possa ricoprire posizioni importanti. Negli stessi partiti le donne fanno fatica ad arrivare al potere. Matteo Salvini nella Lega, Enrico Letta nel Partito Democratico, Silvio Berlusconi in Forza Italia, Giuseppe Conte nei Movimento 5 Stelle. Solo Giorgia Meloni è riuscita ad arrivare a capo di un grande partito, e molto probabilmente soltanto perché la strada per arrivarci se l’è costruita da sola.
L’anno prossimo ci sarà una nuova grande opportunità per l’Italia, eleggere un presidente del Consiglio donna, sempre che il votare non ci sia impedito da qualche emergenza improvvisa. Ciò che c’è da augurarsi è che la politica prenda coscienza del suo ruolo di rappresentanza dei cittadini.
di Luca Crisci