Dell’Unto: “Tutti i partiti vorrebbero liberarsi di Draghi, ma non possono”

venerdì 28 gennaio 2022


Paris Dell’Unto, socialista lombardiano, ingegnere minerario, leader del partito romano per anni con il suo inespugnabile 12 per cento. È stato protagonista dello svecchiamento della sanità romana e dello scioglimento dell’Ente morale Pio Istituto di Santo Spirito e Ospedali Riuniti che, con Regio Decreto, aveva accentrato sotto un’unica amministrazione tutto l’enorme patrimonio ospedaliero della Capitale che era stato accumulato fra lasciti e donazioni che, nel tempo, ha perso diversi pezzi fra chiusure e inspiegabili dismissioni. Oggi risponde alle domande – in questa intervista per l’Opinione – con la stessa carica esplosiva di allora, con genuina franchezza e autenticità.

Come giudica il Governo attuale?

Buono, nell’attuale situazione. Perché il presidente del Consiglio è bravo, la classe politica attuale non è in grado di esprimere un presidente dello stesso livello di Mario Draghi.

Come vede Draghi come Presidente della Repubblica?

Il problema è che, se mandano Draghi a fare il Presidente della Repubblica, inizia un fenomeno di fibrillazione fra tutti i partiti. Con quello che Draghi è già riuscito a fare, non dico a eliminare e non era neppure sperabile, se lo tolgono dal ruolo di presidente del Consiglio diventa una riffa.

Per trovare un altro presidente del Consiglio?

Perché si ri-scatenano tutti i partiti per trovare i ministri, i sottosegretari, il modo in cui affrontare i problemi. Questo presidente, alla fine, ha reinserito l’Italia in una logica politica dell’Unione europea. È uno del mestiere. Non ha il mestiere dell’uomo politico, ma è uno del mestiere nella Finanza. Tant’è che, da quando c’è lui, le cose vanno meglio. Riesce a prendere decisioni, superando quegli schemi tipici dei partiti. La mia personale opinione è che tutti vorrebbero liberarsi di Draghi, perché per i partiti lui non è un bene. Chiunque di loro può far cadere Draghi, ma è anche vero che chi fa cadere Draghi si deve prendere la responsabilità di risolvere poi il problema.

Così si andrebbe a votare, come vogliono in molti.

Sì, ma chi verrebbe fuori dalle votazioni? Certo non persone nuove! Questa è una classe politica in grado di esprimere persone nuove e di statura superiore? Io li sento parlare…

E di Giuliano Amato, socialista e candidato Presidente, che mi dice?

Quando c’è stata la grande crisi, nessuno era più socialista. Chi si ricorda che anche Giuliano Amato era socialista? Amato, dicendo che non era più socialista e disinteressandosi dei problemi del ruolo dei socialisti nella società italiana, ha raggiunto sette pensioni, essendo uno bravissimo. Fra i tanti candidati alla Presidenza della Repubblica non si può considerare certo un mediocre, perché non lo è.

Che tipo di futuro immagina per l’Europa?

È andata via Angela Merkel, che era una persona moderata e di grande livello. Olaf Scholz, ancora, non sappiamo come sia realmente. Emmanuel Macron ogni tanto alza la voce e non tutto ciò che dice mi sembra accettabile. Bisognerebbe trovare un’intesa permanente, che non riguardi solo il singolo Paese, altrimenti non ha senso. Ogni Paese ha i suoi interessi e per superarli bisogna avere una statura ed essere credibili. Trovare soluzioni equilibrate. Non si può dire “ho vinto 5 a 0”. Come le leggi: non tutte possono andare bene per ognuno, c’è sempre qualcuno che si oppone ed è legittimo che sia così, le elezioni servono a questo. Se poi come da noi si modificano le leggi elettorali, per cui la classe politica la decide una persona sola e si indicano i deputati in un certo modo, allora non va bene. Quando mi sono presentato io alle elezioni, stavo in una circoscrizione con 330 Comuni. Immagini cosa vuol dire parlare con un elettorato che fa capo a 330 Comuni. Oggi si fa il deputato perché qualcuno ti fa fare il deputato. La crisi della politica sta anche nel fatto che, quando in televisione le persone sentono parlare i politici o la classe dirigente, cambiano canale.

@vanessaseffer


di Vanessa Seffer