Quirinale, Salvini: “Non parlo, lascio si diverta Letta”

venerdì 10 dicembre 2021


Matteo Salvini usa il sarcasmo per descrivere l’attivismo di Enrico Letta. “Non parlo di Quirinale, lascio che si diverta Letta a parlare di Quirinale”. Il leader della Lega, a margine dell’assemblea della Cna, non vuole sbilanciarsi sulla corsa per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. A chi gli chiede poi della necessità di una maggioranza larga, Salvini risponde: “Su questo stiamo lavorando, a differenza di Letta, senza parlarne con i giornalisti”.

Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, rivendica l’importanza dei centristi in questa fase politica. “Del centro – sostiene in un’intervista al Corriere della Sera – c’è bisogno, eccome. Ma pensare di ricostruirlo nell’Aula del Parlamento e non in mezzo alla gente mi sembra una cosa poco lungimirante”. E aggiunge: “Io sono un fan della Prima Repubblica e penso che dagli errori di quell’esperienza ci sia solo da imparare. Fare le operazioni politiche esclusivamente nel Palazzo significa ignorare che presto o tardi ci sono le elezioni e rischi di trovarti senza voti”. E alla domanda se sia d’accordo con Enrico Letta che il prossimo presidente della Repubblica andrebbe eletto coinvolgendo anche Meloni afferma: “Sono d’accordo con lui. Prima di arrivare a discutere di persone, partiamo dal metodo. Sono convinto anch’io che l’attuale opposizione di FdI debba essere coinvolta, vediamo se ci si riesce”. E se non ci si riuscisse? “In questo caso – dice – nessuno consideri una forzatura la candidatura di Silvio Berlusconi, tanto per fare un esempio”.

Anche Carlo Calenda non nasconde una certa fibrillazione. “Io penso – dice – che bisognerebbe fare un patto di legislatura con Mario Draghi. Le forze politiche si impegnano a completare delle riforme, con Draghi a fare il presidente del Consiglio. Eleggere la Cartabia a presidente della Repubblica sarebbe una bella novità”. Il leader di Azione è a Bologna per lanciare il congresso del partito che vede come candidato a segretario provinciale l’ex assessore comunale Marco Lombardo. “Su questo – sottolinea Calenda – dovremo incontrarci e deciderlo insieme. Non si incontra nessuno perché il Quirinale è il luogo del tatticismo politico. Questa volta in mezzo alla pandemia, con fiammate inflazionistiche, il Pnrr da fare noi rischiamo veramente di fare il botto”.

“No” di Calenda a una possibile candidatura di Pier Ferdinando Casini, quindi: “Casini io lo conosco, è una persona anche molto piacevole, esperta nella politica, massimo rispetto. Io credo però che il segnale oggi di una donna, giudice della Corte, capace di garantire la Costituzione, che ha dimostrato di saper toccare il tema della giustizia con grandissima sapienza, sarebbe una straordinaria opportunità per l’Italia”. Calenda ammonisce: “Se i partiti continuano a fare questa melina, quello che rischia di succedere è che la situazione sfugga di mano. E sfuggendo di mano potremmo far finire il governo e non avere Draghi neanche al Quirinale. Credo che questo sia un rischio gigantesco”.


di Mino Tebaldi