Quirinale, i partiti tengono le carte coperte

mercoledì 3 novembre 2021


Le grandi manovre per il Quirinale hanno preso il via. La bocciatura del Ddl Zan ha inaugurato la lunga stagione che porterà ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Un bis di Sergio Mattarella è stato escluso, in più occasioni, dallo stesso capo dello Stato in carica. Le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa hanno scosso la Lega. In Perché Mussolini rovinò l’Italia (e perché Draghi la sta risanando), in uscita domani per Mondadori Rai Libri, Giancarlo Giorgetti sostiene che “Mario Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”. Nell’autunno del 2020 il numero due del Carroccio e il ministro dello Sviluppo economico dice a Vespa “che la soluzione sarebbe stata confermare Mattarella ancora per un anno. Se questo non è possibile, va bene Draghi. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto”.

Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia, in un’intervista a Sky Tg24, sostiene che “le parole del ministro Giorgetti” debbano essere prese “come un auspicio. Perché la strada intrapresa così declinata non è percorribile sia nel merito che nel metodo visto che guarda a una riforma costituzionale. Per quanto il salotto di Bruno Vespa possa essere considerato come una “terza Camera dello Stato”, certe riforme strutturali vanno discusse nelle sedi opportune”. Mulè ha precisato che “Silvio Berlusconi non ha ancora messo la sua candidatura sul tavolo. Noi dirigenti di partito gliel’abbiamo proposta, poi starà a lui fare una riflessione e decidere se scendere in campo. Ovviamente Forza Italia e il centrodestra sono e saranno al suo fianco”.

Dal fronte leghista oggi interviene Massimiliano Fedriga. “Aspettiamo i tempi”, ha detto il governatore del Friuli-Venezia Giulia. “Oggi mi sembra ancora prematuro fare nomi di possibili candidati alla presidenza della Repubblica. Ci sono discussioni in atto molto ampie. Per rispetto del presidente Mattarella e di chi gli succederà penso che i nomi sia necessario farli nel momento opportuno”. Un eventuale Mattarella bis? “Noi – sostiene Fedriga – intanto vediamo le proposte, Dopodiché si decide, perché fare il toto-presidente della Repubblica non mi è mai piaciuto”.

Dal fronte opposto, Nicola Fratoianni giudica negativamente le parole di Giorgetti. “In questo tempo – sottolinea il leader di Sinistra italiana – si muove una partita sul futuro politico del Paese, una vera e propria partita a scacchi come sempre accade quando ci si avvicina all’elezione del capo dello Stato. Quella che in questo momento appare come la partita più rilevante riguarda l’assetto del sistema politico istituzionale: la battuta sul semipresidenzialismo di Giorgetti, che è molto grave perché accenna ad una forzatura costituzionale mica da poco, non penso proprio che sia una boutade o uno scivolone”.

Dopo la disfatta sul Ddl Zan, il Pd mantiene le carte coperte. “Nessuno – secondo Luigi Zanda – ha i numeri per eleggere il prossimo presidente della Repubblica senza alleanze”. In un’intervista al Corriere della Sera, il senatore dem sostiene che il Parlamento sia frantumato. Quattro partiti con un consenso che va dal 15 al 20 per cento, più una serie di forze minori. Quindi nessun partito, senza alleanze, può aspirare a governare e tanto meno a eleggere un presidente della Repubblica”. Ciò che si augura il senatore è che sinistra e destra trovino “un punto di incontro su una personalità di garanzia. Una personalità che abbia tutte le qualità necessarie per reggere una posizione di equidistanza istituzionale e politica”. Il senatore dem ritiene poi “profondamente sbagliato” pensare di andare ad elezioni anticipate subito dopo l’elezione del presidente della Repubblica, “perché il capo dello Stato costituzionalmente ha il potere di sciogliere le Camere, ma non lo fa certo a suo arbitrio”.


di Mino Tebaldi