giovedì 28 ottobre 2021
Carlo Calenda guarda alle Politiche del 2023. Il leader di Azione, reduce dalla corsa, persa, per il Campidoglio, valuta gli scenari futuri e ipotizza una colazione ampia guidata dal premier Mario Draghi. “Io immagino alle prossime elezioni un fronte largo – sostiene – ma che debba avere come perno una persona con carisma e autorevolezza, come è Draghi”. Intervistato dal Gazzettino alla vigilia di un mini-tour di incontri in Veneto, l’ex candidato sindaco di Roma prova a dare corpo e sostanza alla sua creatura politica. “Il Veneto – sottolinea – regione simbolo della struttura produttiva del Paese del pragmatismo, può capire meglio il messaggio di Azione. E cioè basta con fascisti, comunisti, traditori della patria, destri. Lavoriamo invece con metodo pragmatico per risolvere le questioni”.
Riguardo alla supremazia di Luca Zaia, Calenda precisa che “deve decidere: è un amministratore pragmatico. La Lega invece è su posizioni antieuropee che sono suicide per l’Italia. Se la Lega è quella di Salvini allora è molto difficile continuare ad averla in coalizione in questo balletto assurdo. Se è quella di Zaia e Giorgetti – aggiunge – bisognerà collaborarci, e sarà importante che la Lega entri nel Ppe”. Annunciando per le prossime comunali a Padova il sostegno al sindaco uscente del Pd, Sergio Giordani – “è un amico, un ottimo sindaco, ha una estrazione imprenditoriale civica che mi è molto vicina” – Calenda su Verona prevede “incontri importanti”. L’europarlamentare continua a battere su un tasto: “Teniamo fissa la barra – prosegue – sul fatto che i 5 Stelle non debbano vedere la palla. Perché sono incapaci. Ma la risposta non può venire neanche da un modello alla Salvini, neanche lui ha mai amministrato”.
di Mino Tebaldi