mercoledì 29 settembre 2021
È un copione riscritto e la tempistica suscita sospetti non del tutto infondati. Entrare nel merito dell’azione giudiziaria è premautro, in mancanza di dati certissimi di valutazione. Il Sinedrio giudiziario ha agito con felina velocità contro Luca Morisi, però non ha arrestato la dinastia delle Autostrade, i proprietari delle acciaierie, gli scafisti, gli immigrati criminali, le otto mafie, i piumati in costume che seminano terrore e minacciano di “stanare” i non vaccinati, gli speculatori stranieri e italiani che puntano al collasso della struttura economica e finanziaria nazionale, i sanitari mentitori e terroristi.
Parimenti, in Italia siamo di fronte a una inerzia imbarazzante da parte del Colle che sta producendo danni enormi alla credibilità nazionale e alla tenuta del tessuto sociale. Va ricordato che egli è presidente, fra le altre incombenze, del Consiglio superiore della magistratura e del Consiglio supremo di Difesa. Per questi incarichi apicali non è avulso da una chiara e frontale responsabilità oggettiva rispetto all’operato dei settori sopra accennati, essendo responsabile dei loro atti nella qualità di presidente, appunto.
Egli non ha mai diffuso valutazioni censorie rispetto a tale “atteggiamento a orologeria” del braccio giudiziario né ha mai intrapreso azioni disciplinari nei riguardi del potere giudiziario riguardo a situazioni oscure e conflittuali ancora in atto. La ridetta carica apicale è invero prontissima a “criminalizzare” e a lanciare strali critici contro una gran parte di cittadini che hanno dubbi sui vaccini e sui retroscena che li sopravanzano. Tace sulle continue ingiurie da Codice penale lanciate contro i dissidenti. Nessuna critica sugli atteggiamenti dei virologi da passerella (uno pure al festival del cinema!), di frange delle Forze armate che chiedono le liste dei non vaccinati. Nessuna volontà di condurre il Paese lacerato a una comunione di intenti, a una condivisione delle fratture sociali, della caccia alle streghe, compito precipuo di un esponente della unità nazionale, non della frattura nazionale conflittuale!
Il Sinedrio “autorefenziale” è velocissimo ad attivare la infernale “macchina del fango” e dell’odio, in alacre esecuzione di direttive rivenienti dalle solite e inattaccabili fonti oscure, non degne di una democrazia evoluta. L’operato di questo potentissimo settore ha fatto centinaia di vittime riabilitate venti o trenta anni dopo e senza nemmeno scusarsi, come nelle migliori dittature staliniste, asiatiche e/o sudamericane. A conferma di questo andamento, faccio un elenco non esaustivo: Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Marcello Dell’Utri, Mario Mori, Bruno Contrada, Enzo Tortora, oltre dieci anni di procedimenti contro l’uomo di Mediaset senza riuscire ad ammanettarlo.
Nel gioco dello scaricabarile della responsabilità, questo importante organo giudiziario non ha mai intrapreso serie azioni per debellare la criminalità dei migranti, l’azione di riciclaggio (il vero compito delle otto mafie dietro il paravento di crimini ufficiali), decine di migliaia di barchini e decine di navi ong, la criminalità finanziaria di speculatori italiani e soprattutto stranieri aventi lo scopo di depredate e dissanguare l'impianto produttivo nazionale, per agire punitivamente contro i titolati delle acciaierie, della rete autostradale, del settore del trasporto aereo italiano distrutto scientificamente. Per brevità, la lista dei casi non è esaustiva, ma chi vuole capire capisca.
Però Bruto è uomo d’onore (William Shakespeare, “Giulio Cesare”, Atto III).
di Manlio Lo Presti