martedì 7 settembre 2021
La nostra Costituzione stabilisce che la libertà è principio e “valore” fondante, superiore a ogni altro. La Costituzione italiana è laica, scevra da ogni e qualsivoglia credo o morale, etica o eticità. Ciò significa che il credo (sia esso religione o altro) o il valore morale e/o l’etica del singolo o dei singoli cittadini sono posposti: garantiti nella libertà, dopo la libertà.
Veniamo al punto dolente. Il richiamo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una doverosità morale a proposito del vaccino e dell’obbligo vaccinale anti-Covid, stride con la nostra Costituzione e la sua stessa ratio. Ecco perché. La nostra Carta stabilisce la legge, enuncia e “illustra” le regole del nostro diritto vigenti all’interno dell’ordinamento civile italiano, indica ciò che vale erga omnes: la libertà di noi cittadini italiani. Differentemente c’è l’eventuale sentire, l’eventuale sentimento del singolo che “sente” e “vive”, quale dovere morale per sé, una determinata azione, una qualche specifica iniziativa. Io, per esempio, posso sentire come personale dovere morale l’occuparmi dei poveri, che non hanno niente da mangiare. Ma la legge, in primis la nostra Costituzione, non mi obbliga con legge a occuparmi delle persone indigenti. La Carta costituzionale stabilisce la libertà delle mie scelte, di quelli che posso sentire personalmente come miei ipotetici doveri morali. La legge è oggettiva, con valenza assoluta e universale, verso tutti.
Al contrario, la morale – da cui provengono eventualmente i doveri personali – è soggettiva, lo stesso vale per l’etica. I costituenti hanno codificato la libertà, identificandola nei nostri diritti fondamentali, non hanno disciplinato la morale o l’etica, i doveri morali di cui ha parlato da ultimo il presidente Mattarella. E per fortuna, altrimenti saremmo in uno Stato religioso in cui diritto e potere coincidono con il credo religioso, morale oppure etico dei detentori pro tempore del Governo e della Amministrazione dello Stato.
Sergio Mattarella ha utilizzato le parole di dovere morale a proposito del vaccino anti-Covid, richiamando quello che può essere un suo mero sentire, con l’evidente fine di “spingere” ed esortare a una vaccinazione di cui lui stesso non può avere alcuna certezza, essendo a oggi ritenuta non medicalmente sicura, dunque pericolosa, dagli stessi medici e ricercatori scientifici che la stigmatizzano come sperimentale.
E veniamo al punto. Posto che non esiste la legge che indichi l’obbligo vaccinale anti-Covid ma solo un provvedimento disposto con un insufficiente decreto-legge atto a stabilire l’eccezione (alla legge scritta), un provvedimento di un Governo composto da non eletti, i quali non hanno alcun raccordo e legittimazione dal popolo italiano, si utilizza o meglio si cerca di utilizzare l’escamotage della doverosità morale soggettiva (la legge è superiore e prevalente proprio perché oggettiva) per indurre alla vaccinazione facoltativa.
Quindi, ecco il merito della questione. Posto che senza la legge del Parlamento la vaccinazione anti-Covid è e rimane facoltativa, in assenza della legge, sono illegittimi sia le esclusioni che le espulsioni, sono totalmente illegittime e ricorribili le “sanzioni” e tutte le discriminazioni che da un po’ di tempo a questa parte sono state irregolarmente inserite contra leges. Ma vi è di più. Si può fare richiamo alla doverosità morale quando questa significhi sopprimersi? Se cioè anche in minima parte, come empiricamente dimostrano le tabelle scientifiche pubblicate dagli organismi preposti alla salute pubblica – nazionali, europei e internazionali – i vari tipi di vaccino hanno determinato e determinano problemi e criticità, infermità e financo morte, è pensabile che un presidente della Repubblica, pur pro tempore, esponga il popolo a “rischi”?
Prima di esortare non sarebbe quantomeno decente, oltre che scientificamente indispensabile, avere la certezza della sicurezza in primis, e non ultima, della granitica efficacia medica per i propri cittadini italiani? Altro che “doverosità morale”: qui ci vuole la certezza della legge, prodromica alla certezza e sicurezza di tutti e per tutti della vaccinazione.
di Francesca Romana Fantetti