lunedì 6 settembre 2021
La sinistra è ricca e organizzata, al punto di potersi permettere gruppuscoli di galoppini telecomandati. Ma nessun rider: da docenti universitari in su. A ogni accumulo di scandali si evoca l’antifascismo con arrampicate sugli specchi per dimostrare che, comunque, le colpe sono sempre state e sempre saranno da una parte sola.
Il copione non cambia mai, è talmente consumato da interessare sempre meno, e ora non basta più alzare il livello dell’assurdo. Pescano una fra le menti eccelse in servizio. E lui sa che per distinguersi dovrà svolgere il compitino che i burocrati post-comunisti evocano nell’aria con sovietica regolarità. Sarà la punta di diamante, il papà cattivo a cui poi farà eco un altro galoppino, nei panni della mamma finta-buona. Tocca a Tomaso Montanari negare le foibe (idea nuova!) con argomenti surreali.
Si incaricherà della replica un altro luminare, Alessandro Barbero, sul cui copione c’è scritto che dovrà fingere di minimizzare le negazioni di quel monellaccio di Montanari, ammettendo ma peggiorando la sostanza: le foibe ci sono state, ma avevano ragione i titini. Come dire che donne, bambini, povera gente è stata massacrata da chi aveva il diritto di perpetrare qualunque violenza in nome della democrazia.
Dunque, la memoria di poveracci stritolati durante un periodo storico confusissimo in cui non sapevano dove fuggire è ora oltraggiata dalla melma intellettuale imbrodata dall’apparato. Il fatto che a questo coretto si sia aggiunto anche Paolo Flores d’Arcais non aggiunge nulla: piuttosto ricorda qualcuno che più volte si è chiesto chi sia e a che serva Flores d’Arcais. In questo caso fa mucchio.
La sinistra ha sempre finto di credere nei giovani, addestrandoli alla guerriglia intellettuale. Ma ora non ha più argomenti e la muffa, che ricopre quelli che toglie dagli archivi del sottosuolo, è tanta da richiedere esperti del Paleocene per decifrarli. I giovani vorrebbero altro. Vorrebbero prospettive, e non rievocazioni di odio spacciate per scoperte storiche da cattivi maestri, indegni di insegnare. Cercano, ad esempio, un lavoro vero, qualcosa che permetta loro di non emigrare dopo una laurea che in Italia spesso non vale nulla di dignitoso.
A essere sinceri, qualcuno lo aiutano: Fedez e Ferragni, ad esempio, nobili testimonial degli ideali Gramsciani. E poi ci si impegna tutti insieme in dispute come quella sui Rolex e queste Karl Marx le apprezzerebbe. Perché si parla di un capitale.
di Gian Stefano Spoto