lunedì 6 settembre 2021
Stavo mangiando un panino mentre vedevo il Tg3 Lazio e mi appare in tivù Ada Colau, sindaca di Barcellona, intervenuta a Roma in un comizio per sostenere Roberto Gualtieri, candidato Pd per le elezioni comunali della Capitale. Il panino mi è andato di traverso. Quando vedo la Colau penso ad Águeda Bañón che da sua responsabile delle comunicazioni, ridente posava per diverse foto mentre sta orinando (!) per le strade di Murcia, Spagna del sud, o quando – a detta sua – si travestiva da uomo con un pene di plastica che le usciva dall’impermeabile. Tutto questo piaceva molto alla Colau che si dice orgogliosamente primo sindaco bisessuale. A casa sua ognuno fa quello che vuole. Ma perché istituzionalizzare le proprie scelte sessuali? Istituzionalizzarle, no. Ma comunque è consenso, voti, stupid!
La lista dei cattivi pensieri (e i dolori della pessima indigestione) sono continuati quando mi è tornato in mente che è la stessa che si dice orgogliosa di essere stata una okkùpa: quelli che ti occupano la casa quando non ci sei, perché la casa è un diritto. Ma non di chi se l’è faticosamente costruita. Lei però costruisce altre cose – o meglio: finanzia altri affinché le costruiscano – come il presepe moderno che ha la forma di un ripostiglio, come un mobile Ikea, dove Gesù viene posto a mo’ di vaso.
Ed è sempre la Colau che dichiarò di “preferire i migranti ai turisti”, e infatti dal 2016 al 2020 (come non capire quei commercianti e imprenditori di Barcellona quando la accusano di turismofobia) finanziò la nave cerca migranti Open Arms con almeno 400mila euro e alla quale si ispirò per far allestire un altro presepe dove il soggetto era una nave di profughi arenata e fuori dalla nave avevano poggiato Gesù, Giuseppe e Maria a rappresentare i profughi. Poi, almeno in qualità di rappresentante delle istituzioni non partecipa alle funzioni religiose di Barcellona. Però a giocare a fare il presepe partecipa. Chissà se farà lo stesso Gualtieri con la Roma dei vescovi, dei cardinali, delle comunità e associazioni…
Dopo la Colau, vedo Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, che dice a chi assisteva al comizio di stare attenti quando mettono le dita nel naso altrimenti la Raggi potrebbe dire che è colpa della Regione Lazio. Parlavano di cinghiali. Appunto. E tra la Colau, la sua assistente e Zingaretti che parla di dita al naso – ma legge qualcosa oltre a vedere Montalbano? – stavo quasi per rimettere. Avrei dovuto tapparmi gli occhi. Mentre i romani dovranno ancora tapparsi il naso.
di Costantino Pistilli