venerdì 3 settembre 2021
QAnon? Chi è costui? Si direbbe uno spettro e al contempo uno specchio paranoideo del nostro modo di vedere e di stare al mondo. Cina e Russia, avendo prodotto solo vaccini un po’ fallati, che non hanno nulla a che vedere con l’efficacia di quelli angloamericani e di Pfizer in particolare, per delegittimare lo strapotere tecnologico occidentale, scatenano la guerra dei bots (automi prodotti dall’intelligenza artificiale, che inondano di fake news decine di milioni di profili attivi sui social network di tutto il mondo). Questa tecnica di intossicazione virtuale, ormai ben più consolidata ed evoluta rispetto alle presidenziali americane del 2016, è sistematicamente destinata a sollevare a livello planetario polveroni ideologici intesi a disinformare e a mascherare le sconfitte in campo tecnologico e scientifico, subite da Mosca e Pechino nei confronti della ricerca avanzata occidentale.
Per questo motivo, l’Occidente ha messo in atto la controreplica del virus manipolato nei laboratori di Wuhan, nell’ambito della guerra batteriologica. La questione deleteria del complottismo alimentato da siti sul modello di QAnon è del tutto fuorviante, perché conduce le persone ben al di là della soglia ragionevole del minimo confronto dialettico. In questo tipo di Blogosfera il mondo viene rigidamente diviso in base alla dialettica primordiale “amico-nemico”. Ma, se per ipotesi, il tutto è eterodiretto da una centrale ideologico-politica che opera in remoto e all’esterno, qual è allora l’obiettivo che si prefigge?
C’è un motore che muove questo variegato e inquieto mondo dei “No-something” (“No-qualcosa”) che vuole vivere un’altra, diversa esistenza pur non sapendo quale? E, diciamo così, questa entità esterna ha per tutti costoro un progetto, propone loro un fine comune? Dal punto di vista del trascendente, solo l’Islam ha una missione millenaria immodificabile, finché avrà vita il Corano: la sottomissione al volere di Dio di tutti gli uomini. Con le buone o con le cattive: la Jihad insegna. Ma, al di fuori della sfera religiosa, che cosa si può dire? Non resta che il Potere temporale e le sue forme di governo reali. I candidati all’eterodirezione sono pertanto solo due (i grandi antagonisti planetari, cioè, delle liberal-democrazie): Cina e Russia.
Tuttavia, i loro interessi non coincidono: la prima vuole conquistare (pacificamente se possibile e se concesso dai suoi nemici) il mondo con le sue mercanzie, come fecero con lei le potenze coloniali obbligando i cinesi a consumare oppio; mentre il secondo è sempre alla ricerca di una storica vendetta e rivincita dopo il crollo del suo impero nel 1989 per causa nostra. Quindi, è piuttosto quest’ultimo il candidato a dominare il Trono di Spade, grazie all’aggiornamento della sua tecnica ben collaudata della disinformatia, che oggi Internet e la dittatura dei social fanno risonare all’ennesima potenza!
In prima approssimazione, strumentalizzando il suprematismo wasp, la strategia delineata punta a una scelta netta per la verticalizzazione delle decisioni, sul tipo della “reductio ad unum” in cui, cioè, a comandare sia uno solo, dando così la preferenza all’instaurazione di regimi sempre più autocratici, che vadano progressivamente a sostituirsi agli attuali, inefficienti e pletorici sistemi democratici. In fondo, è molto più semplice stringere un patto continentale Molotov-Ribbentrop che mettere faticosamente d’accordo governi di coalizione e mille parlamentari che litigano su tutto. I movimenti antileadership e populisti hanno (inconsciamente?) un obiettivo convergente: affidare all’Uomo della Provvidenza di turno i propri destini e il proprio bisogno di sicurezza. Se i dominatori del mondo sono faceless (senza volto), allora la controrivoluzione dello scontento globale tende a scolpire sulla Montagna della Rivelazione un solo ritratto, quello del Leader maximo. Il nemico da sconfiggere a livello planetario è, quindi, la Democrazia plurale e, soprattutto, la sua macchina per fabbricare denaro che, dando valore a ogni cosa, ha il dominio materiale assoluto sul mondo. Con la conseguenza che i principi etico-morali e le questioni identitarie nazionali delle varie società e civiltà umane sono sospinte sul fondo della Storia, come scorie avvelenate, inutili e dannose perché ostacolano la globalizzazione dei mercati, che mira a società atomizzate e iper-individualizzate per fare di ogni individuo un consumatore-produttore acefalo.
La ribellione confusa dei no-vax, no-global e della green-economy rappresentano altrettanti fattori di un processo profondo di rivolta contro una modernità che uccide, come dimostrano i cambiamenti climatici e quelli antropologici derivati dalla continua innovazione tecnologica e digitale, in particolare. Da una parte, si assiste all’inflazione dei diritti, garantiti da una rete sempre più fitta e inapplicabile di norme che, alla fine, generano l’impossibilità di avere giustizia per l’impressionante crescita dei contenziosi e, soprattutto, per i costi insostenibili di tempo e di risorse da impiegare nella difesa delle ragioni del comune cittadino.
Nel caso dei grandi affari, invece, il problema non si pone essendo la cura dei relativi interessi affidata ai grandi studi professionali internazionali di avvocati iper-qualificati e specializzati. Nei sistemi autocratici invece, e soprattutto, in quelli islamici che si basano sul giudizio della Sharia, tutto viene iper-semplificato e si demandano le decisioni di vertice al leader supremo, ovvero si dà mandato all’imam di turno di emettere e far applicare la sentenza, con rapidità e senza diritto all’appello, nel caso della giustizia islamica.
E proprio qui sta la chiave del Teorema del Dux: “Le liberal-democrazie non possono competere con le autocrazie per due ragioni fondamentali: in primis, le loro leadership sono perennemente destinate a finire, andando a rinnovo a scadenze brevi, fissate e obbligate da leggi costituzionali; in secundis le decisioni sono il risultato di estenuanti mediazioni top-down-down-top nei due sensi della doppia circolarità. Quindi, in conclusione: per contare nel mondo e nelle relazioni internazionali occorre dotarsi di un Dux possibilmente nominato a vita, che si assume dinnanzi ai suoi cittadini/sudditi ogni obbligo e responsabilità nella guida della Nazione, improntata al Capitalismo di Stato”.
Ecco perché quegli Stati che hanno fatto una scelta simile (il Dux nominato a vita) sono destinati a prevalere sulle democrazie: la Russia con Putin; la Cina con Xi Jinping; l’Iran con Ali Khamenei; la Turchia con Recep Tayyip Erdogan; gli Stati petroliferi con i loro re e sceicchi e, oggi, l’Afghanistan con il Mullah supremo Hibatullah Akhundzada. Per il Teorema gli Usa, che pure hanno un Dux a tempo, sono pur sempre in condizioni di inferiorità: la parità può essere raggiunta, quindi, solo con l’estensione temporale e il potenziamento dei poteri del presidente e della durata del suo mandato presidenziale. QAnon non lo sa, come tantissimi movimenti populisti e No-something, ma il loro istinto si muove come quello di un animale ferito proprio per realizzare il Teorema del Dux. Sarà bene che lo si capisca alla svelta.
di Maurizio Guaitoli