I soldi e la cuccia del cane

mercoledì 25 agosto 2021


Chissà perché dovremmo scandalizzarci tanto per il solo fatto che, a casa di un parlamentare del Partito Democratico, è stata trovata una somma, neppure troppo consistente, di denaro contante.

Qualcuno risponderà che le modalità della custodia – nella cuccia del cane, invece che in cassaforte (ammesso che quell’abitazione ne sia dotata) – gettano un’ombra di sospetto sulla provenienza del denaro, che, in genere, viene affidato alle mani sicure di un istituto di credito.

Il possesso di denaro “liquido” (ancora di più se si ricopre una carica pubblica), anche a seguito delle progressive restrizioni al suo utilizzo, è sinonimo di illecito: compromette pregiudizialmente ogni valutazione sulla legittimità della sua provenienza. Oggi è quasi un marchio di infamia.

Sebbene io preferisca (anche per ragioni fiscali) gli strumenti elettronici di pagamento, resto convinto che ciascuno può fare delle proprie cose quello che più gli aggrada: se vuole tenere 25mila euro sotto l’albero di casa sua, deve poterlo fare.

Ovviamente, a richiesta (esattamente come è previsto per i conti bancari, i titoli, le proprietà immobiliari) della Autorità, deve essere in grado di giustificare la propria disponibilità. Quello che è suo, tuttavia, resta suo. Anche se si chiama Cirinnà; anche se è di sinistra. I compagni sono loro. Io sono liberale. Io.


di Mauro Anetrini