martedì 13 luglio 2021
Uno degli annosi e ormai caratteristici problemi che grava su Roma è il caotico traffico, che a sua volta determina per la cittadinanza romana una riduzione della qualità di vita, rispetto alla tutela dell’ambiente, alla capacità di poter imprendere e al suo sistema economico-sociale.
Il traffico romano è generato principalmente dalle disfunzioni del servizio del trasporto pubblico locale, che oltre a indurre i romani a muoversi con i propri autoveicoli, compromettendo la qualità dell’aria e congestionando la mobilità della città, ha radicato una cultura ostile all’utilizzo dei mezzi pubblici. Questo problema sicuramente nasce da lontano, ma l’attuale Amministrazione comunale è responsabile di un peggioramento del servizio del trasporto pubblico rispetto ai danni causati dalle precedenti Amministrazioni capitoline. Nello specifico, nel periodo che va dal 2015 al 2019 si è evidenziato un significativo peggioramento del servizio del trasporto pubblico della Capitale, erogato da Atac, la società partecipata dal Comune.
Durante il suddetto lasso di tempo è aumentato il divario tra il servizio programmato e quello realmente erogato con la diminuzione dei posti-chilometri per abitante e con la riduzione delle corse già esistenti: approfondendo lo studio di settore si evince che l’Amministrazione Raggi, rispetto al periodo antecedente l’inizio del suo mandato iniziato a giugno 2016, ha diminuito il numero di posti-chilometri da oltre a 7.300 a 6.883. Una diminuzione dovuta principalmente alla dipendenza del servizio del trasporto pubblico capitolino su gomma anziché su rotaia, con il conseguente aumento dei costi e una diminuzione della capienza di trasporto rispetto a quello tramite tram o metro.
Un altro aspetto che aggrava la posizione di responsabilità dell’Amministrazione Raggi consiste nel fatto che non è riuscita a utilizzare oltre 1,4 miliardi di euro, stanziati dallo Stato italiano per rafforzare il trasporto pubblico capitolino su rotaia. Oltre al fatto che l’attuale parco autobus in dotazione all’Atac è vetusto e soggetto a frequenti guasti, con oltre 170 mezzi incendiati durante il periodo 2016-2020, compromettendo in tal modo anche la sicurezza degli utenti. Infatti, lo stesso numero di utenti è calato drasticamente passando da 1,2 miliardi di passeggeri a 895 milioni, nel sopracitato periodo, a tal punto da rendere Roma la città più congestionata d’Italia nel periodo che va dal 2016 al 2019 (prima che esplodesse la pandemia del Covid-19).
Roma è diventata così caotica per l’eccessivo traffico automobilistico che nella classifica di settore è risultata seconda a livello mondiale. Il servizio del trasporto pubblico locale della Capitale è gestito ed erogato dall’Atac, che è una società partecipata interamente dal Comune di Roma Capitale, il cui rapporto giuridico è regolato dal Contratto di Servizio Dgca 273/2015, prorogato fino al 3 dicembre del 2021. E questa società, dopo diversi esercizi in perdita e un elevato debito accumulato, è dovuta ricorrere alla procedura di concordato preventivo con continuità aziendale.
Dopo molti anni che l’Atac ha chiuso i propri esercizi in perdita, è riuscita a ultimare in utile gli ultimi due esercizi, passando da una perdita di 120 milioni nel 2017 a un utile di 0,8 milioni nel 2018 e a 7,6 milioni nel 2019, ma questo utile in realtà è solamente nominale, perché nella sostanza il margine operativo lordo è cresciuto di 3 milioni tra il 2017 e il 2019 grazie all’intervento del Comune di Roma Capitale con dei sussidi. Questo pseudo utile è dovuto anche alla riduzione degli accantonamenti per rischi, il quale, come ha evidenziato la Corte dei conti, risulta inadeguato con i suoi 20 milioni di euro a disposizione, a fronte di una necessità di almeno 122 milioni di euro, fatto ancora più grave e sconcertante. Inoltre, l’utile della gestione finanziaria del periodo 2018/2019 è determinato dal fatto che, con l’accordo del concordato preventivo, è stato sospeso il pagamento degli interessi passivi, con il consequenziale calo della spesa degli interessi di circa 14 milioni di euro.
Nello specifico, nel 2019 l’Atac ha ricalcolato i debiti utilizzando il valore scontato dei pagamenti futuri, ossia i rimborsi e gli interessi, nei confronti dei creditori, risultando in tal modo minore del valore nominale e questa differenza ha generato dei proventi finanziari di circa 2 miliardi di euro, sia per quanto riguarda quelli di natura finanziaria e sia per quelli di natura contabile.
In finale, riguardo al fatto che il concordato preventivo con continuità aziendale ha stabilito che l’Atac risani il bilancio tramite la propria attività ripagando i debiti che vantano nei suoi confronti il Comune, i fornitori e le banche, la Corte dei conti ha manifestato diverse criticità, denunciando il solito malcostume amministrativo romano di incaricare diversi professionisti per consulenze sulla stessa materia, con l’altra vergognosa abitudine di aumentare in modo sistematico i costi di tale consulenze durante il loro esercizio, “in assenza del necessario fondamento giuridico”.
Quindi, secondo quanto emerge anche dalla relazione redatta a maggio 2021 dalla Corte dei conti, l’attuale Amministrazione Raggi ha dimostrato di essere inefficiente nell’attività di controllo e di impiego delle risorse pubbliche e nell’erogazione dei servizi a lei spettanti e pure riguardo al suo bilancio.
di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno