Il Conte dimezzato

mercoledì 30 giugno 2021


A chi ha letto il post di Beppe Grillo, nel quale l’eletto sottolinea la mancanza di capacità organizzativa di Giuseppe Conte, la sua distanza dai valori di riferimento e la necessità di raccogliere il voto degli iscritti sulla storica piattaforma del Movimento 5 Stelle, voglio dire quanto segue.

Grillo è un guitto, un Attila della democrazia, un manipolatore di folle imbelli, un fomentatore di odio, un disgregatore sociale, ma ha ragione.

Ha ragione lui. Lui ha creato quella massa liquida fatta di incapaci allo sbaraglio, sempre pronti a detestare chi sappia anche soltanto leggere e scrivere, adulatori del monitor in cerca di prima occupazione.

L’ha creato lui, esattamente con quei valori, quei principi, quella base ideologica.

Conte vuole trasformare quella massa nella succursale del Partito Democratico in forza di uno Statuto che ne cancella, insieme, origini e anima. Una fusione a freddo col sistema tanto detestato, insomma.

Conte ha governato perché Beppe Grillo e Davide Casaleggio – confido che Dio non sia indulgente con loro – hanno convogliato il 32 per cento dei voti in direzione del Movimento. Senza di loro, politicamente non sarebbe nulla.

Ora, dice Grillo, Conte ha passato il segno e pretende di assurgere (assurgere, sì: come i Padri Fondatori) al soglio pontificio del Movimento, ostracizzando chi, del Movimento, è l’ideatore.

Conte è stato – letteralmente – sgamato, proprio mentre si accingeva a commettere parricidio. Il tradimento, in politica, a volte paga. Lo accoglieranno (salvo faccia pubblica contrizione… ammesso che basti) nel Pd, dicendo che è una risorsa.

Lì se ne intendono di risorse di seconda mano. Una in più non può fare danno. Mal che vada, proporranno una tassa in favore dei banchi a rotelle in disuso. Ma non vinceranno mai le elezioni.


di Mauro Anetrini