Ddl Zan, sinistra ipocrita: va cambiato, è pericoloso

giovedì 24 giugno 2021


Quando ai sinistri il Papa fa comodo – quando parla di immigrazione, di temi che a loro fanno gioco – corrono subito a baciargli l’anello. Appena il Vaticano si mette di traverso su qualcosa che sta loro a cuore tirano fuori il veleno, attentando al Concordato e sputando fuori ciò che probabilmente hanno sempre pensato e che non hanno mai avuto il coraggio di dire del piccolo Stato d’Oltretevere o che forse hanno tenuto in serbo per le occasioni speciali, come il vino d’annata in cantina. Tutto ciò al mio paese si chiama ipocrisia.

La legge Zan non s’ha da fare così com’è perché pericolosa in tre punti che spieghiamo anche ai cantanti che ci piacciono e che tengono famiglia. Pertanto, rischiano grosso, senza rendersene conto, pure loro stessi. Forse non leggono bene o non li informano a sufficienza. Ma lo facciamo noi e ci auguriamo di aprire uno piccolo squarcio di conoscenza a protezione, così, anche del loro futuro.

Nell’articolo 1 il Ddl Zan – al comma “d” – recita così: “L’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Questo consente a chiunque di dichiararsi uomo o donna anche più volte nel corso della vita, indipendentemente quindi da processi di trasformazione in atto, creando uno sconvolgimento antropologico senza alcun precedente nella storia dell’uomo e il caos.

Nell’articolo 4 si considera il “reato di opinione”, ciò vuol dire che si può alzare un giudice e dire che una famiglia tradizionale, basata su padre madre e figli, sia un’eresia, un’offesa, per le coppie omosessuali che devono adottare bambini. Bambini che possono essere tranquillamente comprati all’estero o provenienti da uteri in affitto messi a disposizione da ragazze disperate per svariate ragioni. Perseguire il reato di opinione è certamente un errore gravissimo, per cui si deve lottare, su questo punto non si può e non si deve arretrare.

Nell’articolo 7 impone che nella loro Giornata Nazionale i gender vadano nelle scuole a spiegare ai bambini anche di 6, 7, 8 anni che i generi sessuali sono svariati. Attualmente risultano 52 generi sessuali differenti, figuriamoci nella testa di un bambino, che non ha strumenti critici e cognitivi sufficienti per valutare, cosa può generare, in un’età in cui è in piena formazione e la cui educazione deve essere affidata alla sua famiglia e a nessun altro.

Nessuno nega che debbano essere inasprite le sanzioni in caso di molestie, soprusi o peggio ancora violenze fisiche contro chiunque non possa manifestare la propria individualità sessuale. Le discriminazioni non sono ammissibili ad ogni livello e grado. A tal proposito anche il centrodestra propose un testo, pertanto entrambe le parti politiche potrebbero fare uno sforzo e lavorare insieme, fare fronte comune su un tema che è di assoluta civiltà. Queste battaglie non si combattono per conto proprio ma punendo molto severamente le discriminazioni e non facendo rivoluzioni antropologiche che separano ulteriormente, lasciando ferite profonde nella società che va liberata dalle sue insicurezze e dalla capacità di generare e cedere al caos.

@vanessaseffer


di Vanessa Seffer