L’Italia risorge solo con il voto

giovedì 18 marzo 2021


Dalla padella alla brace. Il problema del nostro Paese non è solo quello di trovare persone competenti che ci governino, ma soprattutto quello di averle selezionate votando. Non essere andati alle urne proprio nei momenti essenziali, dandoci così nuove persone elette, è – insieme a tutti gli errori nefasti occorsi in occasione della pandemia da Covid – lo sbaglio fondamentale che non ci ha consentito di voltare pagina ed andare avanti.

Avere imbalsamato, cristallizzato, trattenuto ed oscurato la nostra democrazia è nefasto, oltre che sbagliato, in violazione del nostro dettato costituzionale. Cosa è stato fatto del referendum con cui noi italiani abbiamo tolto trecento parlamentari? I referendum, secondo Costituzione, non devono essere attuati a piacere, ma consecutivamente alla data del responso. Avere messo nel cassetto, o meglio avere nascosto sotto il tappeto, come si fa con la polvere nelle case sporche, il risultato del nostro referendum abrogativo, è contro Costituzione.

Non scrivo le mie intemerate da un po’, spiego con chiarezza il perché. Perché è inutile scrivere. Quando il Parlamento non corrisponde alla volontà degli italiani, il presidente della Repubblica pro tempore è tenuto a sciogliere le Camere e a portare gli italiani a votare, non in base ad una propria valutazione o interpretazione personale ma di fronte alla realtà dei fatti, così come è da tempo oggi in Italia. E se non lo fa, dando mandato a governi che non rispondono affatto ad alcuna volontà degli italiani e della loro maggioranza, si può scrivere ciò che si vuole. Ma, oltre che ininfluente per lo scrivente, non ha nessuna possibilità di incidenza su alcunché.

Vale a dire che contro la violazione delle nostre regole – scritte nella Costituzione – da parte di chi le deve difendere e tutelare, è difficile controbattere, o riuscire a invertire la deviazione. Il potere di denuncia è potente ma il potere dell’istituzione è più forte. Tanto più che, nel nostro Paese, come hanno testimoniato le prove portate da Luca Palamara, ci sono schiere di giudici “politicizzati” pronti ad utilizzare procedimenti e processi ad hoc per disincentivare le denunce e qualsivoglia altro sistema enunciativo della verità.

Quando infine non si applica la regola costituzionale della elezione dei parlamentari e soprattutto dei membri dei governi – i quali devono tutti essere eletti, presidenti e ministri, secondo Costituzione – ecco che si “sopprime” la democrazia, e con essa la possibilità, stabilita e scritta nella Costituzione, di consentire al nostro Paese, all’Italia, di riprendersi. Il nesso e collegamento tra l’attuazione ed applicazione delle nostre regole stabilite, la ripresa e la prosperità della nostra nazione, è tanto rigoroso quanto stretto.

Se si affossano e disapplicano le regole, conseguentemente si affossa e si manda a ramengo il Paese. Come oggi. Se al contrario, si applica la legge, il Paese, svolgendo la sua naturale evoluzione costituzionale, si esprime, si rafforza e risorge. Sono state compiute “violazioni” una di seguito all’altra, i risultati disastrosi e beffardi sono sotto gli occhi di noi tutti. Ecco il perché del mio silenzio. Ecco perché, lo ripeto ancora una volta, è necessario andare a votare.


di Francesca Romana Fantetti