venerdì 12 marzo 2021
Se la presenza della parte maggioritaria del centrodestra al governo si è ridotta alla sola sostituzione di Domenico Arcuri, che oltretutto non avrebbe mai dovuto stare in quel posto e forse in nessun altro visti i risultati, è meglio perdere ogni speranza di cambiamento. Ecco quel “sveglia!”. Fino ad ora non solo da Mario Draghi ci saremmo aspettati di più. Dalla squadra al Comitato tecnico scientifico, dall’insabbiamento del voto sulla prescrizione alla conferma della linea sugli sbarchi, ai Dpcm e ai colori delle Regioni, sembra che l’esecutivo sia giallorosso e forse anche più a sinistra.
Se la partenza di un governo con Forza Italia e Lega deve essere di altre coccole agli statali con gli applausi sullo smart working, che crea anche grossi problemi, ha fatto bene Giorgia Meloni, perché significa non capire i bisogni veri del Paese adesso. Ci mancherebbe che mentre la sinistra, erede di Palmiro Togliatti, vive una crisi tale da richiamare colui che fu “imbrogliato” nel Partito Democratico, e mentre nei grillini la guerra fratricida è peggio, Lega e Forza Italia facciano la politica cattocomunista al posto loro.
Qui non si tratta di voler criticare a prescindere un settore piuttosto che l’altro, si tratta di sensibilità e di giustizia sociale. Quella giustizia nei confronti del lavoro, del sacrificio, della dignità d’occupazione, che per primo il sindacato se fosse onesto intellettualmente dovrebbe avere. È una cosa incredibile non capire che col Covid, mentre gli statali sono stati col bonifico sicuro, non sfiorati dalla crisi, dal rischio del posto, milioni di italiani che danno fatturato hanno alzato la serranda, lavorato in fabbrica o bottega, hanno sudato di paura e freddo, perso il sonno e l’incasso, vissuto senza un soldo per via della chiusura.
Altro che difesa del lavoro da parte dei sindacati: in questo caso siamo alla difesa dei privilegi, perché non v’è dubbio che da un anno la parte debole, indifesa e soccombente sia quella del settore produttivo privato, obbligato alla chiusura e al rischio del fallimento. Ecco perché da Forza Italia e Lega ci saremmo aspettati un colpo d’ala sulla rapidità e dimensione dei ristori, che nel mondo arriva all’ottanta per cento, una attenzione immediata alle necessità di credito dei privati, un intervento fiscale rapido forte, generale, innovativo e coraggioso. Per non dire che se nel mondo si migliora, mentre da noi resta l’inferno e la disperazione nel settore della produzione, nei vaccini, nelle riaperture, nella povertà in crescita, nel groviglio della fiscalità sospesa, la colpa è giallorossa, del governo più di sinistra della storia e di chi ha impedito il voto.
Come negare la responsabilità dei giallorossi, della politica statalista e assistenzialista, dei bonus clientelari, delle “marchette” elettorali, della spesa cattiva incontrollata, del reddito di cittadinanza ai delinquenti e nullafacenti, i giallorossi hanno bruciato 160 miliardi mica robetta, lo vogliamo dire che andrebbero incolpati, anziché assecondati o no? Ecco perché diciamo Lega e Forza Italia datevi una svegliata altrimenti questa esperienza vi garantirà un nuovo crollo elettorale, porterà alla delusione degli elettori per la mancanza di risultati e per l’obbedienza alla sinistra e alla sua politica fallimentare, giustizialista, aguzzina, statalista e assistenziale fatta male. Perché assistere si deve, ma bisogna farlo bene altro chE reddito grillino.
Insomma, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi battete un colpo nel governo per favore. Caro presidente, ricordi i discorsi sulla rivoluzione liberale, sullo statalismo forsennato, sul comunismo che ci ha rovinato, sul libro bianco fiscale, sullo spreco statale? Sulla rivoluzione copernicana? Carissimo presidente Berlusconi, noi ti abbiano sempre voluto un bene dell’anima, ti abbiamo sempre ritenuto un Grande, uno special one perché è la verità. Una persona più unica che rara, ti abbiamo sempre difeso a spada tratta dagli imbrogli infami, giudiziari, coi quali la sinistra ipocrita ti ha tartassato. Pensaci tu, perché serve più mai al Paese e alla gente “quell’Italia che ho in mente”.
Evviva l’Italia, la libertà, la democrazia, il pluralismo, il libero pensiero. Abbasso il fascismo e abbasso il comunismo, sempre.
di Alfredo Mosca