Bruttissima partenza

martedì 16 febbraio 2021


C’è voluta tutta la demenzialità politica possibile per far scivolare Mario Draghi alla partenza. Sembra che non ci si renda conto di quanto questa sia l’ultima spiaggia. Giocare col fuoco è inaccettabile, perché affossare Draghi significherebbe solo una cosa: il diluvio. Ecco perché il premier avrebbe dovuto scegliere in tutto e per tutto la sua squadra, pretendendo che fossero lasciati fuori molti di quei personaggi che non ne hanno azzeccata una. Figuriamoci poi con il ministro della Sanità, Roberto Speranza, quello che avrebbe voluto mandare la polizia nelle case a controllare e perquisire, roba da matti. Per non dire del circondario attorno al Covid, che ha creato dall’inizio solo problemi e scivoloni, mettendo in crisi tutti gli italiani. Parliamo delle mascherine, delle siringhe, dei ventilatori, delle chiusure e adesso dei vaccini e dei colori regionali. Insomma, di tutto e in negativo.

Qui non si tratta della salute, ci mancherebbe. Si tratta invece di buon senso e di rispetto di un percorso stabilito, perché arrivare al giorno prima per consentire o meno la riapertura non di una piccola giostra di periferia, ma di un settore enorme dell’economia, è uno schiaffo alla pazienza e una offesa alla intelligenza. Oltretutto, a proposito di salute, va detto che alcune decisioni proteggono semmai dal virus, ma causano effetti forse peggiori, come rabbia e crepacuore. Per decine di migliaia di operatori, che da marzo del 2020 aspettano di ripartire, vedersi obbligati a stare ancora chiusi può fare più male del Covid. Per non parlare ovviamente del danno economico, che andrebbe compensato non con la presa in giro dei ristori giallorossi, ma con una cifra più o meno uguale a quella che si obbliga a non incassare, come accade in giro nel mondo, dove le compensazioni arrivano all’ottantacinque per cento.

Sia come sia, quello di Speranza e di Walter Ricciardi è stato un comportamento grave e irrispettoso. Dopodiché, Draghi ha fatto male a consentire che l’ennesima chiusura degli impianti e delle strutture invernali fosse annunciata un giorno prima. Gli italiani meritano rispetto, punto. Parliamoci chiaro: esistono il metodo, la maniera, i percorsi da rispettare. Non si può giocare con il Paese alla chiusura e alla riapertura, allo stop and go. Non si può prendere in giro chi lavora con la promessa di ristori ridicoli, non si può far credere una cosa e stabilirne una diversa all’ultimo momento. Ecco perché dicevamo che è stato un errore confermare alcuni ministri, come sarebbe errore confermare alcuni commissari. Se oltre a non farci votare ci obbligano a sopportare gli incapaci, non va bene e può finire molto male. Per questo, suggeriamo a Mario Draghi di intervenire per chiarire bene che l’epoca di Giuseppe Conte è finita. Ministri, partiti, movimenti, devono togliersi dalla testa di fare liberamente questo o quello: ci riferiamo alla sinistra, visto che un pezzo di centrodestra è entrato solo ora nel Consiglio dei ministri.

Insomma, i giallorossi hanno già portato il Paese sull’orlo del precipizio e consentirgli ancora di fare idiozie politiche sarebbe esiziale. Inoltre, sarebbe bene dire ai tecnici di imparare a tacere, perché a fare le rockstar sui giornali e in tv – su Covid, provvedimenti, interventi – non è più consentito. Solo in Italia i tecnici e i consulenti del Governo vanno sui media a fare gli showmen, siamo l’unico Paese a non capire che a parlare di certe cose deve essere solo la politica. Anche perché in un Governo come questo, dove convivono gli opposti, si fa presto a litigare e accusare, viste le distanze sugli argomenti e sulle soluzioni. O si capisce che serve silenzio, mediazione, compromesso, oppure saltano baracca e burattini. Del resto, era per questo che chiedevamo di votare, ma visto che ci è stato impedito, chi l’ha deciso almeno si faccia carico di evitare il peggio, risolvendo frizioni e incompatibilità. Insomma, si faccia carico di far digerire a tutti ciò che serve all’Italia, per salvarsi dal baratro nel quale è stata gettata definitivamente dal 2018 a oggi. Perché sia chiaro, in tre anni fra gli sbagli gialloverdi e quelli assai peggiori giallorossi ci hanno rovinati e depredati, tra reddito di cittadinanza, quota 100, assistenza elettorale, bonus, marchette clientelari, navigator e così via. Hanno bruciato 200 miliardi, una valanga di soldi nostri sono andati al vento. In tre anni durante i quali si è impedito il voto che avrebbe dato all’Italia un Governo e una maggioranza scelta dagli italiani, tra gialloverdi e giallorossi non solo non hanno risolto niente ma, complice la maledizione del Covid, hanno portato il Paese alla disperazione economica e sociale.

Ecco perché Draghi è l’ultima spiaggia, non ci si può permettere di sbagliare nemmeno sul metodo e sul modo di comunicare, visto che l’Italia è stata messa sull’orlo di una crisi di nervi, di tensione, di rabbia, di rancore, da rivoluzione e rivolta sociale. Insomma, un clima infame. Non si potrà scherzare con 50 milioni di cartelle facendo finta di niente. Anziché la pace fiscale, non si potrà scherzare con la spesa allegra del reddito e di quota 100, con l’utilizzo elettorale del Recovery e del debito. Non si potrà scherzare con le chiusure e le riaperture, con i commissari incapaci, i ministri per caso e gli annunci in libertà, non si potrà scherzare più. Speriamo in Draghi e speriamo che si sturino bene le orecchie di qualcuno. E che nella testa di qualcun altro entri un po’ di sale, per evitare che finisca male. Di certo, se avessimo votato molto di questo non ci sarebbe stato. A buon intenditor poche parole.


di Alfredo Mosca