Pensavo fosse amore, invece…

lunedì 15 febbraio 2021


Oggi mi sarebbe piaciuto poter scrivere, finalmente, al posto del mio essere un editorialista critico, un articolo che lodasse, senza nessuna ombra di dubbio, quasi un peana alla nascita del nuovo esecutivo, in cui tutti gli italiani – me compreso – abbiamo riposto tutta la fiducia. Devo dire che ci si aspettava dal professor Mario Draghi, in un tempo di profonda crisi che attanaglia l’Italia da più di un anno, la formazione del governo dei “migliori”. Purtroppo, questo non è avvenuto e non ne riesco a comprendere neanche le ragioni. Il professor Draghi aveva avuto pieno mandato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il fallimento da parte della maggioranza giallorossa con il presidente della Camera, Roberto Fico, di costituire un Governo. Un Governo che fosse in grado, con le migliori risorse del Paese, di fronteggiare le tre problematiche in cui sta versando l’Italia da diverso tempo: la pandemia, la crisi politico-sociale, la crisi economica. L’alternativa al fallimento di questo tentativo era solo quella di andare al voto, come chiedeva il centrodestra.

Il professor Draghi aveva quindi, nella partita a poker delle consultazioni, tutti gli assi e le figure. Aveva pieni poteri e poteva esercitarli con facilità estrema vista l’insofferenza dei partiti politici di sinistra rispetto al voto. Le previsioni parlavano di una vittoria decisiva del centrodestra. Inoltre, vi era un dissolvimento del Movimento Cinque Stelle, senza contare il fatto che la riduzione dei parlamentari significava per la maggior parte di essi perdere la poltrona, con i suoi vantaggi. Mi aspettavo, quindi, da parte dell’incaricato un Governo fatto di tecnici e di politici di veramente alto profilo, un taglio netto con il precedente Governo, causa principale del disastro nazionale.

Qualche persona di alto profilo è stata incaricata, penso a Vittorio Colao, Roberto Cingolani e Marta Cartabia. Ma mi domando: Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Roberto Speranza e Dario Franceschini che hanno fatto parte di una alleanza incapace di portare a casa dei risultati, che sono stati protagonisti del peggio del precedente Governo di Giuseppe Conte, come mai sono stati reincaricati? Proprio loro responsabili in prima persona dei disastri del 2020, dall’immigrazione senza freni al dilagare della pandemia e all’incapacità di gestirla? Come mai sono stati ingaggiati anche in questo Governo, se questo doveva essere il Governo dei “migliori”, il Governo di persone altamente competenti, il Governo della discontinuità?

Comprendo l’esigenza di fare un Governo di salvezza nazionale, con tutti i partiti dentro. Ma perché il nuovo presidente del Consiglio si è portato a casa ministri criticatissimi provenienti dal precedente Governo? Se doveva soddisfare l’esigenza da Prima Repubblica di costituire un Governo con tutti dentro, avrebbe comunque potuto scegliere, all’interno degli stessi partiti, persone di più alta competenza ed in discontinuità con il precedente Governo. Inoltre, si pensava che questo Governo avrebbe rispettato una suddivisione di genere più equilibrata e, anche qui, purtroppo dobbiamo registrare che la sinistra si è presentata, come al solito, senza una presenza forte di donne. Il bello è che la sinistra, fuori dai palazzi, urla alla parità di genere ma – alla prova dei fatti – dentro alle istituzioni si dimentica completamente della componente rosa. Altra cosa che mi preoccupa è il fatto che il Governo Draghi si presenti come un Governo ambientalista. Mi domando come un Governo di transizione alle prossime elezioni possa mettere, nel proprio programma, una riforma che necessita di anni e anni per la propria realizzazione. Ora attendiamo il professor Draghi, nei prossimi giorni ci presenterà il suo piano d’azione ed il modus operandi che ci rassicuri nei confronti di quello che è stato il passato. Una cosa importante è che venga risolto al più presto il nodo “Domenico Arcuri”, che è stigmatizzato come una situazione di estremo imbarazzo per il precedente Governo ed anche per quello che verrà. Ieri, 14 febbraio, era San Valentin, la festa dell’amore e degli innamorati. Eppure, ho forte paura che gli italiani si ritroveranno tra qualche tempo ad esclamare delusi, come nel famoso film del compianto Massimo Troisi, “pensavo fosse amore… invece era un calesse!.


di Giuseppe Vignera