In smoking nella caverna

venerdì 12 febbraio 2021


I Cinquestelle sono uno Stato nello Stato, ridicolo come “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, la piattaforma al largo di Rimini che spopola. Ma solo su Netflix. Lo staterello ha un parlamentino referendario telematico senza alcun controllo, a scrutatore unico, che vota una decisione su mille, quella che gli sottopongono. E, guarda caso, approva sempre ciò che i burattinai avevano deciso. Ma quando questi scappati da una casa che neanche avevano prendono tanti voti, a loro deve andare la deferenza pecorona di chi necessita di consensi per tutti gli usi. E la politica paludata si inchina a un signore e padrone, tragicomico e mai eletto nemmeno in quartiere, che insulta la sinistra abbracciando la destra con cui impone agli zombi telematici di sposarsi. Poi inverte rotta in seguito all’ineluttabile. Infine, bontà sua, accoglie un marziano, che molti stentavano a credere che avrebbe accettato di immergersi in questa palude melmosa.

Beppe Grillo che approva Mario Draghi mi ricorda un amico di Bologna che, a Roma, entrò con la moglie in uno di quei locali modaioli e cavernicoli, fra l’ultra-chic e l’alternativo. Nel dubbio, lui in smoking e la signora in lungo. All’ingresso, una bestia pelosa, grassa, con braghe da pesca e gilet con pancia da un quintale, voce roca e quasi incomprensibile, dopo averli esaminati attentamente sentenzia “seeee, potete entrare”. Il mio amico racconta: “Lui, diceva a noi, che l’abbigliamento era consono”. La foto in cui Luigi Di Maio racconta che Draghi gli ha fatto buona impressione, è un fake. Nella forma, non nella sostanza: in pratica, per recuperare un po’ di consensi “gretini”, inventano un ministero Ecologistico di facciata (mentre quello vero, tanti anni fa, fu liberale, la memoria storica non esiste) e lo impongono al povero Draghi.

I fumetti hanno una punta per chi parla e tre bollicine per chi pensa: vendere le bollicine di Draghi, quando vede questi qui, renderebbe cifre folli. Ma lui li deve ascoltare, li deve in parte accontentare. Il signore con lo smoking mentale, per tentare di sollevare l’Italia, deve passare il controllo della bestia villosa. Che vota dove gli dicono, quello che gli dicono, come glielo dicono. Crede che Jean Jacques Rousseau sia un’icona sul desktop. Non conosce il filosofo, men che meno il Doganiere (Henri Julien Félix Rousseau). Che forse crede di essere lui, mentre sdogana merce già arrivata a destinazione.


di Gian Stefano Spoto