mercoledì 10 febbraio 2021
Tutti su Rousseau, anzi no. “Il voto sul governo previsto dalle 13 di oggi è temporaneamente sospeso. I nuovi orari di inizio e termine votazione saranno successivamente comunicati”: è questa la nota striminzita, di Vito Crimi, apparsa sul Blog delle Stelle. Così, gli iscritti alla piattaforma dovranno aspettare a dire la loro sulla sorte del Governo di Mario Draghi.
Non sono mancate le reazioni “interne”. Gianluca Vacca, deputato a Cinque Stelle, su Twitter ha scritto: “Il Movimento Cinque Stelle decida il prima possibile se appoggiare un governo Draghi, come auguro, o meno. L’Italia aspetta ormai da troppo tempo un Governo e un Parlamento pienamente operativi. La pandemia Covid-19 non aspetta”. Mentre il senatore pentastellato Mattia Crucioli, su Facebook, è andato oltre: “L’annullamento delle votazioni su Rousseau programmate per il 10 e 11 febbraio (oggi e domani) risulta inaccettabile per due ordini di ragioni. Il primo motivo attiene alle regole basilari della democrazia (sia diretta che rappresentativa): la tempistica dell'espressione del voto è fondamentale. Ciò che accade può spostare l’opinione dei votanti ed è per questo che, una volta fissata la data di una tornata elettorale, la stessa non può più essere arbitrariamente modificata. Altrimenti, c’è il rischio che chi detiene il potere, se alla vigilia del voto ha il sentore che l’esito non sia quello auspicato, possa rinviare il voto in attesa che accada qualcosa che volga a proprio vantaggio l'opinione pubblica”. E poi: “Questo è esattamente ciò che è accaduto nel caso di specie: poiché c’era il fondato rischio che gli iscritti votassero in massa il no al governo Draghi, Grillo e Crimi (rispettivamente garante e capo politico reggente, ovvero i detentori delle leve del M5s) hanno stoppato le votazioni precedentemente indette, in attesa che Draghi chiarisse a reti unificate di essere un grillino della prima ora, che il programma delle meraviglie venisse stentoreamente declamato e i media completassero il processo di beatificazione. Il secondo motivo attiene, invece, alle argomentazioni di merito a giustificazione dell'annullamento delle votazioni: Grillo ha affermato che per votare occorre prima sapere se Draghi escluderà o meno la Lega e se accetterà alcuni dei punti programmatici proposti dal Movimento”.
“Senonché, ciò che tanti iscritti contestano ed intendono contrastare è la nascita di un Governo con un presidente del Consiglio che abbia un pregresso inconciliabile con i principi del Movimento – ha continuato Crucioli – che sia portatore di interessi elitari confliggenti con quelli che abbiamo sempre difeso, che non sia espressione di alcuna forza politica democraticamente rappresentativa, che si accinga a guidare un’accozzaglia di partiti con visioni diametralmente confliggenti tra loro e che tutto ciò sia il risultato di una “congiura di palazzo” abilmente orchestrata da molti ed eseguita da Matteo Renzi”.
Nella serata di ieri è arrivato lo stop da parte di Beppe Grillo. In un video, il capo-comico ha spiegato come Mario Draghi abbia detto “sì” a reddito di cittadinanza e all’ambiente, punto nevralgico del nuovo Governo. Però – per Grillo – non si deve votare, almeno adesso. Perché serve aspettare un segnale dallo stesso Draghi. L’obiettivo è impedire una spaccatura nel Movimento, anche se i mal di pancia ci sono. Eccome se ci sono. Non a caso, sempre ieri sera, su Zoom si sono dati appuntamento i contrari alla fiducia al Governo Draghi. In questo marasma, secondo i boatos, il voto su Rousseau ci sarà nel momento in cui l’ex governatore della Banca centrale europea scioglierà la riserva, prima che andrà in Parlamento per la fiducia. In parole povere, quando il M5S saprà che fine farà... nel Governo.
di Redazione