Scappati di casa: la triste parabola dei giallorossi

venerdì 29 gennaio 2021


Facciamocene una ragione: non si tratta di una crisi politica al buio nel senso che essa non è scoppiata senza che i contendenti avessero un progetto. I giallorossi pensavano di poter mettere all’angolo Matteo Renzi sostituendolo con migranti da altri gruppi parlamentari, mentre quest’ultimo era convinto di poter esercitare la golden share tenendo “Giuseppi” per i testicoli. Dalle parti di Rignano sull’Arno dicono che la suddetta presa sia perfettamente riuscita tanto che in quel di Palazzo Chigi si ode un lamento straziante.

Le probabilità che il Conte ter veda la luce sono esigue e la prova schiacciante sta nel dietrofront di Luigi Vitali, il senatore berlusconiano che in una sola notte ha dato e poi revocato il proprio sostegno al nuovo Governo di Giuseppe Conte: qualcuno nottetempo deve avergli spiegato che stava salendo sul carro di un Esecutivo che non vedrà mai la luce, che rischiava di tagliarsi inutilmente i ponti col passato e che i giochi sono ancora tutti da fare.

I giallorossi hanno veramente scientificamente sbagliato tutto ricacciandosi in un problema senza soluzione. In principio hanno provato ad issare una maggioranza composta da sinistra e Movimento Cinque “Mastelle”, affidandosi al leader del fu Udeur per trovare una pattuglia di senatori che potesse mettere Matteo Renzi fuori gioco. Solo che con il taglio dei parlamentari (voluto dai Pentastar in nome “dell’onestàh”), non ci sono seggi sicuri da promettere ai transfughi. Ragion per cui, tranne quelli ai ferri corti con il gruppo politico di appartenenza, nessun senatore ha ceduto alle lusinghe di “Clemente da Ceppaloni”. La risultante è che la pattuglia di senatori pronti a reggere il moccolo a Conte è insufficiente ad arginare Italia Viva. Ma la sorpresa più tragica è stata quella di dover constatare che anche i comunisti non sono più quelli di una volta. Fino a qualche anno fa – se la sinistra avesse voluto ordire un’imboscata d’aula – lo avrebbe fatto con sotterranea discrezione e con perfida lucidità. E invece dalle parti del Partito Democratico hanno messo in piedi un pateracchio da pivelli e una strategia di immobile incapacità plasticamente evincibile dal tono funereo di Nicola Zingaretti ieri all’uscita dal Quirinale.

Insomma, Renzi era alle loro spalle e loro si agitavano disordinatamente facendo il gioco del nemico. E Zingaretti lo ha compreso solo ieri dopo aver parlato con Sergio Mattarella, il quale gli avrà forse fatto un disegnino per spiegarglielo. Tutto il resto è una serie inenarrabile di sbavature maldestre come l’invito rivolto a Silvio Berlusconi ad entrare in maggioranza o la telefonata inutilmente supplicante di Conte a Renzi. Si sono messi in un vicolo cieco come dei dilettanti: se tirano dentro Berlusconi esce Alessandro Di Battista con al seguito molti grillini e se entra Renzi si prende tutto. Per i responsabili non c’è più tempo: Renzi lo ha compreso e al Capo dello Stato ha chiesto un preincarico da affidare a una terza persona che verifichi se i giallorossi vogliano ancora Italia Viva nel governo accettando la sua agenda. Per discutere del Conte ter ci sarà tempo, dicono da Italia Viva convinti che alla fine la maggioranza cederà su tutto per paura delle elezioni. Ed è per questo che i giallorossi è come se fossero a un incrocio, indecisi su come andare a sbattere: perdere la faccia buttando a mare Conte dopo aver fatto le barricate, esigere che l’attuale Premier rimanga in sella consegnandosi però mani e piedi a Renzi, tenere duro e portare il Paese a un governo del Capo dello Stato composto da chi ci sta, facendosi così rocambolescamente sfuggire lo scettro.

Le elezioni sono una variabile improbabile più che impossibile. Il Presidente della Repubblica potrebbe deciderle se solo si domandasse: posso io affidare le sorti del Paese in difficolta a questa banda di ingenui scappati di casa che si sono fatti mettere nel sacco da un partitino con lo zerovirgola? Poi magari tutto si ricomporrà nel nome dell’emergenza. Quella stessa emergenza che oggi pare non esserci visto che costoro annaspano paonazzi nei giochetti di palazzo da almeno quindici giorni. L’unica cosa che non si potrà cancellare sarà la figura meschina rimediata dai giallorossi, una condotta talmente mediocre da far apparire gigantesco anche un Pulcinella del calibro di Renzi. Comunque vada per loro è game over.

 


di Vito Massimano