venerdì 15 gennaio 2021
Una mia riflessione di sei anni fa sul concetto di “cittadinanza europea”, scaturita dalla conoscenza della morale libertaria statunitense. Ciò che è accaduto nelle ultime elezioni Usa, con le azioni violente del Campidoglio, ha confermato l’esistenza, se non la radicalizzazione, di una filosofia libertaria che difficilmente verrà sradicata.
“A proposito del concetto di cittadinanza perché non parlare apertamente della possibilità di proporre la cittadinanza europea? Non lo considero affatto un sogno l’immaginare un Europa come Unione di Stati federati. Anzi, ripercorrendo la storia d’Italia, senza andare molto lontano, dal mio trisavolo in poi il nome Ghia si è insediato a pieno titolo nella città di Napoli (il ceppo madre è sardo-piemontese; quindi allora, di altra Nazione/Regno!). Con l’unificazione, il mio bisnonno e mio nonno passarono dal Regno delle due Sicilie al Regno d’Italia. Sì, conobbero entrambi l’ambito trapasso, ma entrambi rimasero ben contenti di essere napoletani. Lo stesso mio padre (ufficiale dell’Esercito) ed io (di Marina), entrambi abbiamo operato, spesso all’estero, sotto bandiera italiana; anzi, io ho avuto anche l’onore di battere bandiera dell’Unione europea, della Nato e dell’Onu. Dovunque siamo stati, con estremo onore e piacere ci siamo sempre dichiarati Italiani, ma al tempo stesso abbiamo sempre rimarcato la nobile nascita napoletana”.
“Ripercorrendo la storia d’Italia, se non dell’Europa, credo che quanto raccontato è da intendere come una chiara volontà a denunciare sempre la nostra italianità come il punto di riferimento della nostra estrazione culturale. Napoletani, siciliani, calabresi, abruzzesi, lombardi, veneti: lì dove mai si dovesse trovare l’auspicata unificazione, siamo e resteremo sempre Italiani, nella nostra piena napoletanità, romanità, milanesità. Ce l’abbiamo nel Dna ed è questo quello che dobbiamo difendere. Non è certo la tanto pubblicizzata invasione musulmana che mi spaventa! No, si dovrebbe fare in modo che anche i più disperati degli immigrati, che di giorno in giorno aumentano sempre più, possano acquisire i valori di fondo e la filosofia di vita che ha caratterizzato il nostro essere italiani sino ad oggi. Ecco, a mio giudizio, tutto questo, in barba a ogni forma di lassismo permissivo sempre più imperversante, significa anche dare la possibilità a chiunque sia di diventare cittadino italiano, nel pieno rispetto del nostro ordinamento giuridico. Nella convinzione che, anche per l’Europa federale, la cornice costituzionale del nostro essere Italiani, così come è rimasta intatta nel tempo la mia napoletanità, continuerà a essere elicoide portante del nostro Dna”.
“È il popolo che chiede sempre più, a ragione, di sanare prioritariamente le proprie esigenze a livello locale. Ma al tempo stesso è il mondo, il contesto internazionale, la strada tracciata dall’evoluzione dei popoli che chiama sempre più a una Unione europea federata. Quello Stato minimo che lasci ampia possibilità di autogoverno sino al gradino organizzativo più basso delle singole società. Le vecchie istituzioni pubbliche lascino il posto ad ordinamenti legali scelti dal popolo, dalla gente comune, all’interno di un mercato dove la competitività trovi il giusto sopravvento sulle scelte economiche/monetarie (di parte e non più di mercato) di oggigiorno. Un mercato che abbia come unico riferimento la proprietà individuale. Un motto di David Bergland è restato impresso nella storia statunitense, you own yourself (tu possiedi te stesso); dove è evidente la tendenza a enfatizzare la proprietà individuale. Dal momento in cui nel concetto di proprietà entra a pieno titolo anche quella intellettuale e culturale. Ecco che si manifesta, altrettanto evidente, la Cultura come elemento di Scambio. In questa ottica, bisognerà dunque ben comprendere come difendere il potere di acquisto della nostra cultura (la tanto da me amata made in Forcella!), ma al tempo stesso essere disponibili a cederla all’adeguato costo che il mercato deciderà. E quanto più ampio sarà il mercato, più concorrenza ci sarà e maggiore sarà dunque il valore aggiunto del nostro you owen yourself! Viva la Libertà, viva Napoli, viva l’Italia, viva l’Unione europea federata!”.
di Fabio Ghia