lunedì 14 dicembre 2020
Ormai è chiaro a gran parte degli italiani che i 5 Stelle siano ben più d’un partito, ma anche cosa assai diversa da un partito. Peculiarità che emergono sia dai piccoli che dai grandi gesti. I piccoli gesti: di proposito si capita in un caffè romano, abitualmente frequentato dai pentastellati, l’attenzione cade su due di loro che si salutano. Un grillino si rivolge ad una grillina con le mani giunte a mo’ di preghiera buddista, e senza abbassare la mascherina esclama “nel massimo rispetto delle norme anti-Covid”. La grillina, sempre con mani giunte all’altezza del viso” risponde “nel massimo rispetto delle norme anti-Covid”. Quindi silenziosamente i due s’accomodano con distanziamento ad un tavolo, ed aprono i loro computer portatili: si guardano ma dialogano solo in modalità digitale. Che siano una “setta”, e poco importi loro dei problemi del popolo, emerge anche dalle priorità dei loro ministri: moneta elettronica con totale abolizione del contante, totale digitalizzazione di ogni interazione sociale, green economy in ogni ambito. Di fatto questi grillini poco o nulla si confrontano con il consenso popolare, soprattutto ignorano i veri problemi dell’Italia. Fa testo che siano rimasti impassibili a cospetto del milione di disoccupati in più degli ultimi tre mesi e, soprattutto, che circa dieci milioni d’italiani siano ormai censibili come membri effettivi nel club della “povertà irreversibile” per motivi bancari, tributari, giudiziari, fiscali…tutto questo scivola sulle loro coscienze come acqua sull’incerata. Sono indifferenti, ma i loro capi sanno che Giuseppe Conte sta portando avanti un progetto per l’Italia non condivisibile dal Parlamento, dalla democrazia. Matteo Renzi non è certo un santo, ma è un politico toscano di grande intuito, e forse ha saputo od intuito gli obiettivi (le mire) impopolari di Giuseppe Conte. Quindi Renzi ha minacciato di far cadere il Governo. Conte ha risposto “capiremo cosa nascondono le critiche, serve trasparenza”. Ma di quale trasparenza parla l’avvocato Conte? Ben sappiamo che la sua nomina a premier è stata partorita dalla setta pentastellata, che ha conosciuto il supermanager Vittorio Colao (il capo della Task-force economica da Londra) quand’era membro dello studio legale Alpa, che ascolta in materia di bilancio dello Stato italiano più i gesuiti dello Ior che il Parlamento. E in materia di bilanci a posto, non dimentichiamo che Colao avrebbe già elencato a Conte i patrimoni italiani che interesserebbero ai fondi esteri. Non aggiungiamo altro. Ergo, Giuseppe Conte non più certo dare lezioni di trasparenza a Matteo Renzi.
E non dimentichiamo che a dicembre 2019 Beppe Grillo già usava la mascherina anti-Covid, mentre l’intera Italia era all’oscuro circa l’imminente pandemia. Fonti autorevoli ci confermano che, a dicembre 2019 lo stato maggiore pentastellato già avrebbe fatto uso di distanziamento sociale e mascherina. Si può facilmente affermare che i 5 Stelle siano dei beninformati, del resto il loro scomparso guru Gianroberto Casaleggio avrebbe frequentato master in comunicazione e security in centri di ricerca vicini al Pentagono (Langley) oltre ad aver intrattenuto rapporti con i responsabili economici del venezuelano Hugo Chavez (Nicolas Maduro finanziava la propaganda venezuelana nel mondo), senza considerare che la Philip Morris avrebbe finanziato con due milioni di euro la Casaleggio Associati per non ben chiare consulenze. L’elenco è lungo, l’iceberg è enorme, ed a noi italiani è visibile solo il ciuffo di Giuseppe Conte. Il resto è sommerso in oscure acque. Anche il capo della comunicazione, Rocco Casalino, lavora alla poca trasparenza e crede nel bavaglio alla stampa. Casalino sarebbe stato fin da tenera età folgorato dalla visione orwelliana della società, crede gli umani vadano gestiti da un Grande Fratello: queste sue radicate convinzioni lo portarono ieri ad entrare a pieni voti nella prima edizione del reality, ed oggi a gestire la paludata comunicazione del Governo Conte.
Matteo Renzi è sempre più distante da Conte perché ha compreso come i 5 Stelle abbiano fatto propri i pieni poteri, gli stessi che Matteo Salvini avrebbe voluto solo a parole. Ma se il leader della Lega è un “Capitan Fracassa”, diversamente Giuseppe Conte è un gesuita con furbizia alla Antonio de Oliveira Salazar (il professore che instaurava la dittatura in Portogallo). Infatti, vista la maretta, il presidente del Consiglio ha già sentenziato “il Parlamento deve assumersi le sue responsabilità”, come per dire che contagi da Covid e disastro economico sono addebitabili agli ostacoli parlamentari. Matteo Renzi ha in sostanza detto di voler togliere il sostegno al Governo se sul “Recovery plan” non venissero ascoltate le richieste di Italia Viva. E Conte ha ribattuto sornione “ben vengano tutte le proposte per migliorare la capacità amministrativa dello Stato…noi però abbiamo bisogno di una cabina di monitoraggio, altrimenti perderemmo soldi”: come per dire “la cabina di regia la gestisco io e con le persone di mia fiducia”. Poi, per dare a bere un po’ di democrazia ai due Mattei, Conte aggiunto “il senatore Salvini mi ha inviato un messaggio, mi ha chiesto disponibilità al confronto, io gli ho detto come già in altre occasione che il tavolo di confronto del governo con l’opposizione resta sempre aperto…ci confronteremo con la Lega e con le altre forze d’opposizione”. La dittatura morbida e progressiva è decollata, e difficilmente sarà scalzabile: i 5 Stelle ne sono più o meno consapevoli collaboratori.
Oltre settantamila poliziotti in più per le strade controlleranno i cittadini, e difficilmente si potrà prevedere un dopo Covid con minor “Stato di polizia”. Poi sono stati rinforzati i servizi di polizia per garantire l’incolumità di alti burocrati, dirigenti di Stato e pubblici funzionari vari: gli 007 avrebbero allertato circa probabili aggressioni a pezzi dello Stato. Del resto basta avvicinarsi al centro di Roma per accorgersi del crescente “Stato di polizia”. Poi è aumentato il controllo di polizia sulle pubblicazioni che, via internet e carta stampata, esprimono dissenso contro il governo: idea che sarebbe stata lanciata dal profeta Rocco Casalino in concomitanza con gli aiuti alla stampa che parla di Covid h24. Intanto, dal primo gennaio entreranno in vigore le nuove disposizioni della Banca centrale europea in merito alle sofferenze bancarie, chi non coprirà entro novanta giorni i debiti scaduti (di qualsivoglia importo e verso ogni sorta di creditore, dal fisco alla giustizia passando per banche e sistemi vari) verrà dichiarato mondialmente “cattivo pagatore”: infatti, il novero degli indebitati verrebbe così messo a disposizione del Fondo monetario internazionale per censire chi colpevole di “deterioramento del credito”. Questa procedura anticiperebbe solo di qualche mese i famigerati “pignoramenti europei” che, entro primavera 2021, potrebbero fare strame di patrimoni pubblici e privati proprio nel Belpaese. Ne consegue che la dittatura farà in modo che la crisi da Covid (quindi anche i “Recovery plan”) vengano poggiati patrimonialmente sui cittadini. Il dopo Covid vedrà una società con evidenti caste economiche, le forze di polizia eviteranno che ricchi e potenti subiscano la pressione dei milioni di poveri. Sembra difficile si possa tornare indietro, è stata spalancata la porta dell’indifferenza al potere.
di Ruggiero Capone