M5S, Mes ad alta tensione

lunedì 7 dicembre 2020


Inizio settimana ad alta tensione per il M5S. Tema caldo: il Mes. Nei prossimi giorni i Cinque Stelle dovranno ricucire i vari strappi per evitare la crisi di Governo. Mercoledì 9 dicembre Giuseppe Conte rischia di trovarsi in casa il “no” alla riforma del Mes da parte degli ‘oppositori’. Vito Crimi, capo politico grillo, assicura: “Chi vota no, vota contro una decisione presa dal Movimento”. Poi, ospite nella trasmissione “Mezz’ora in più” condotta da Lucia Annunziata e in onda su Rai Tre, ribadisce: “La maggioranza c’è, non ci saranno problemi di voto mercoledì. Ma se qualcuno dovesse votare diversamente, in dissenso dal gruppo parlamentare, si assumerà la responsabilità”. Non solo: ci sarebbero in ballo ipotesi circa eventuali sanzioni disciplinari per la fronda dei dissidenti. Tra le voci, anche quella di una possibile espulsione dal gruppo. Il clima, insomma, non è per niente tranquillo.

Non mancano gli appelli che richiamano alla compattezza. Per il deputato Giorgio Trizzino quello di mercoledì è un voto che non mette in discussione la fiducia nei confronti del premier Conte. Allo stesso tempo, raccomanda ai compagni di viaggio del M5S a valutare bene la scelta da fare, perché è in gioco “la tenuta del Paese”. Mario Turco, sottosegretario in quota Cinque Stelle alla presidenza del Consiglio con delega alla Programmazione economica e agli investimenti, sottolinea che un no alla riforma del M5S, in pratica, provocherebbe un indebolimento del Paese nella trattativa europea sul Recovery fund. In più, lo strumento del Mes non verrebbe cancellato e rimarrebbe con le regole iniziali restrittive, “creando un danno”.

La situazione è bollente. Le posizioni per adesso non sono vicine e si sta cercando una mediazione. C’è chi pensa, tra le altre cose, di presentare un’alternativa alla mozione della maggioranza. Ai posteri l’ardua sentenza.

Aggiornamento alle 15,10

“Ad una prima sommaria lettura la bozza sulla governance del Recovery inviata ai ministri stanotte appare opaca, e presenta profili di incostituzionalità. Non abbiamo alcun bisogno di strutture parallele, che esautorano ministri, ministeri e Parlamento, accentrando e spostando altrove il cuore del processo, decisivo per l'Italia dei prossimi 10 anni”. Così Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura e capo delegazione di Italia Viva, in un post su Facebook. “Non possiamo consegnare ad altri, scelti non si sa come, le chiavi di casa. Oltretutto venendo meno in questo modo a uno degli obiettivi propri del Recovery: la riforma e il rinnovamento della Pubblica amministrazione. Un obiettivo da cui non è possibile prescindere, che deciderà anche della qualità e capacità del Paese di affrontare le sfide che si aprono e che invece qui viene assolutamente trascurato e ignorato”.

Sospeso il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi A Palazzo. Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, ha detto a Omnibus: “Fin qui si è governato con i Dpcm, oggi si vuole commissariare anche il Cdm, tra l’altro composto, secondo chi lo guida, dai migliori ministri del mondo, con una struttura e un piano di interventi che non abbiamo nemmeno visto. L'auspicio è che Conte freni e riveda le sue posizioni". E ancora: “Spero che il M5S voti si alla riforma del Mes, sarà un voto decisivo quello di mercoledì per confermare lo spirito convintamente europeista del nostro governo. L'appello che faccio poi a Forza Italia è di evitare lo strappo contro l’Europa, proprio loro che sono nel Partito Popolare europeo. Vorrei che sul Mes ci fosse in Parlamento la stessa maggioranza che ha eletto a Bruxelles Ursula Von der Leyen”.

Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud a Radio 24 nota che sullo schema del Recovery Plan “ci sarà la maggioranza. Il premier non può andare in Europa senza un mandato chiaro di una maggioranza parlamentare. Non si tratta in questo caso dell'utilizzo del Mes, perché su quello deciderà il Parlamento”. Chiude Elena Bonetti di Iv: “Costruire una struttura parallela di cui il Parlamento non sa nulla è evidente che è un modo per esautorare il Paese dalla progettazione del proprio futuro. Italia Viva entra in questo Consiglio dei ministri con una preoccupazione che è l’Italia, gli italiani che hanno perso il lavoro. Noi ci preoccupiamo di questo e non di moltiplicare poltrone e consulenze. C'è una sanità che ha bisogno di investimenti quindi il Mes va usato”.


di Redazione