Le belle parole di Mattarella e la tentazione del risparmio collettivo

sabato 31 ottobre 2020


La “Giornata mondiale del risparmio” ha visto rimbombare nei salotti economici e finanziari italiani le parole del presidente della Repubblica: “La crisi richiede misure urgenti per salvaguardare il futuro”. Il messaggio di Sergio Mattarella è stato ampiamente condivisibile, ma ha lasciato purtroppo presagire che, un domani sereno, non sarà possibile garantirlo a tutta la popolazione, e sempre più soggetti incrementeranno il novero dei cosiddetti poveri irreversibili. Ma analizziamo le parole che Sergio Mattarella ha scritto al presidente dell’associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa” (il banchiere Francesco Profumo) in occasione della Giornata mondiale del risparmio: “Questa giornata si tiene durante una crisi profonda, che richiede misure urgenti per salvaguardare il presente e, soprattutto, il futuro della nostra società. Il risparmio, tradizionale patrimonio del nostro Paese – la cui tutela è sancita dalla Costituzione – può concorrere alla ripartenza”, ha osservato Mattarella.

“È indispensabile creare le condizioni utili a ristabilire un clima di fiducia – ha continuato Mattarella – la grave situazione economica e le preoccupazioni per la diffusione dei contagi hanno indotto un sensibile aumento del tasso di risparmio di famiglie e imprese. Queste risorse, se adeguatamente utilizzate, potranno contribuire a sostenere una rapida ripresa di consumi e investimenti, una volta domata la pandemia e ridotta l’incertezza sulle prospettive future. È indispensabile creare le condizioni utili a ristabilire un clima di fiducia”. Il presidente della Repubblica ha elogiato la funzione sociale del risparmio collettivo, che qualcuno potrebbe anche interpretare come “collettivizzazione del risparmio e dei capitali individuali”. Ovvero quel fenomeno che, nel secolo passato (il Novecento), permise a Stati come l’Unione Sovietica, la Germania, la Polonia (ed anche qualche Paese scandinavo) di socializzare i risparmi individuali avocandoli alle necessità dello Stato. Metodica che scontentava piccola, media e alta borghesia per concentrare nelle mani dei governi la scelta sull’investimento dei capitali. Certamente, il presidente della Repubblica (Sergio Mattarella) non vorrebbe mai evocare i fantasmi della pianificazione collettiva, che forse qualche elemento del Governo di Giuseppe Conte sarebbe pronto a riesumare. Infatti, Matterella ha precisato che il “Paese torni a offrire opportunità, per un futuro dignitoso, specie alle giovani generazioni”.

“La gestione dell’emergenza deve, sapientemente, saper aprire la strada a un progetto condiviso di crescita sostenibile e inclusiva – ha sottolineato Mattarella – utilizzando le risorse rese disponibili anche in ambito europeo per gli indispensabili investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, riducendo i divari”. Il presidente ha parlato chiaramente di risorse pubbliche e non di decurtazione dei capitali depositati nelle banche, come in fondi pensione ed assicurativi. Ma sappiamo bene, specie dopo il prelievo forzoso e retroattivo (operato dal Governo Giuliano Amato ben ventisette anni fa), che il grande capitale per l’investimento sociale è più nell’enorme monte dei risparmi italiani che nelle risibili risorse europee.

“A fronte di un inaccettabile aumento delle diseguaglianze, è ancora più apprezzabile l’impegno delle fondazioni – ha chiosato Sergio Mattarella – che si sono mobilitate con interventi aggiuntivi nell’interesse della collettività, dei soggetti più deboli e dei settori più colpiti”. Il presidente della Repubblica ha parlato in maniera chiara e condivisibile, ma la deriva (e la tentazione) di risolvere tutto con grandi collettivizzazioni patrimoniali è sempre stata forte nei periodi postbellici e di generale carestia. Lo Stato moderno ha in sé la forza di poter disporre in maniera collettiva dei beni individuali, e lo ha dimostrato nel “secolo breve”, certamente generando odi e malcontento. L’Inghilterra e gli Usa non hanno mai fatto ricorso a queste politiche, e si spera in suggerimenti che evitino l’azzeramento del risparmio delle famiglie italiane.


di Ruggiero Capone