Il tiro a segno su Briatore per nascondere la bomba immigrazione

venerdì 28 agosto 2020


Dice bene il direttore de “La VeritàMaurizio Belpietro nel suo editoriale, in cui affronta la questione: “Criminalizzano le discoteche e chiudono gli occhi sui centri profughi”. Se mi posso permettere aggiungerei solo un “per”. Cioè il governo e la sinistra alzano il tiro sulle discoteche, demonizzano Flavio Briatore, “per” distrarre sulle responsabilità del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in relazione alla disperata condizione degli immigrati per quanto riguarda contagi, sbarchi e centri di accoglienza. Ci sono le prove.

Il lockdown, giusto o esagerato come sostengono alcuni, aveva comunque sortito un effetto clamoroso: un quasi azzeramento dei contagi e siccome durante il “periodo rosso” gli sbarchi erano stati calmierati si erano fermati anche gli immigrati. Alla ripresa, però, mentre si discuteva di mascherine sì o no e di altre norme comportamentali, la lobby delle Ong ha rilanciato alla grande i suoi affari e il governo e il ministero dell’Interno non hanno provveduto minimamente a impedire una situazione “fuori controllo” e a disciplinare gli sbarchi dei numerosissimi stranieri perfino positivi al Covid, che se ne sono andati in giro a frotte per la penisola.


Gli immigrati non vengono qui per finire ammassati negli hot spot e men che mai sulle navi da quarantena o nelle caserme e luoghi presidiati. Spaccano tutto, sarebbero pronti a mettere a ferro e fuoco il paese. Scendono e scappano. Anche se la Chiesa offre loro un letto e una stanza puliti, pasti caldi e cure, vanno per strada dove immediatamente si occupano dei traffici per cui sono venuti: merce abusiva, spaccio, prostituzione, truffe, bonus come pirateria e tutto il resto, rendendo le città come è oggi Roma, ossia una desolante e disperata cloaca massima in mano alla fallita Raggi senza che vi sia un progetto e un candidato alternativo. Come sta avvenendo in questi giorni nel centro cattolico “Mondo migliore” che affaccia sul lago di Castelgandolfo, un centro di accoglienza a quattro stelle, dove i profughi non fanno che protestare e fuggire. Se ne vanno in giro positivi e non solo di Covid, di tutto.

L’idea assurda della capitanessa Laura Boldrini, che in quanto ex presidente della Camera giunta allo scranno dalla sinistra estremista e da alto commissario per i profughi che punta alla carriera internazionale meditando il più grande campo del Mediterraneo in Sicilia, sarà un fallimento. La Boldrini non ci arriverà mai in vetta all’Onu con questa idea, più facile che sia denunciata per strage. Perché né l’Italia né gli stranieri sono venuti in Europa per finire dentro “un campo di concentramento”. E lo dimostra la giusta e finalmente corretta posizione del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che ha dato le 24 ore al governo per porre immediato rimedio, rimpatriare tutti e chiudere gli hot spot. Per motivi di contagio, ma soprattutto per motivi di sicurezza. Questa è la verità e l’emergenza. Sulla Manica sono schierate le navi per i respingimenti e non passa nessuno. La polveriera è in Italia, pronta ad esplodere e saranno dolori acuti se non sarà fermata.

Tanto è vero che il 29 luglio il segretario del Pd e presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti fece una dichiarazione durissima contro il governo per rivolgersi al ministro Lamorgese, dicendo che le politiche sugli sbarchi erano “inadeguate” e che occorreva una correzione. La poltrona del ministro cominciò a tremare. Cosa era accaduto? Dati alla mano. Secondo “il cruscotto statistico” proprio dell’Interno gli ingressi degli stranieri nel 2020 (da gennaio ad agosto) erano passati dai 4.878 del 2019 agli attuali 17.604 ritornando alle punte del 2018 con 19.805. Ma c’è di più: solo a luglio gli sbarchi si erano impennati a 7.067, un numero mai toccato negli anni precedenti e preoccupantissimo rispetto ai 1.969 del 2018 e ai 1.088 del 2019.

Oltre tutto secondo la mappatura, il 41% degli arrivi irregolari era proveniente dalla sola Tunisia, dove non c’è guerra e anzi ci sono intense relazioni politiche e commerciali e i nostri onorevoli lì vanno e vengono. Dunque? La Lamorgese dovette correre immediatamente con 11 milioni di euro in mano a chiedere al governo tunisino di fare qualcosa. Siamo ricattati da tutti e mi piacerebbe trasformarmi in una banconota per vedere la fine che fanno quei soldi, perché sfido a credere che finiscano ad aiutare le famiglie tunisine in sofferenza. Immagino come funziona Mafia Capitale anche sul Mediterraneo!

In piena ripresa Covid, dopo lo sforzo immane di tutti, una situazione così allo sbando fece trasalire la stessa dirigenza di sinistra. Intanto l’Italia veniva invasa da immigrati senza misure precauzionali, gli hot spot diventavano bombe virali e l’in- sicurezza raggiunse picchi altissimi con gli allarmi dei servizi segreti e i primi segnali di sommosse violente. A questo punto per mistificare i fatti, mentre si cercavano notte tempo navi per quarantene e difficili contenimenti, sono state riaperte le discoteche. Che ideona! Sono stati consentiti assembramenti, movide, la Sardegna si è riempita, i giovani hanno ripreso i loro aperitivi affollati e l’attenzione si è spostata sul povero guitto Flavio Briatore che ne ha fatto le spese, oggi ricoverato al San Raffaele di Milano positivo e forse con la prostata ingrossata o qualche altro danno alla Boris Johnson o Guido Bertolaso.

Qualche imbecille, o venduto, anche nel centrodestra si trova che scompiglia le carte e banalizza la necessità di misure serie e accorte, oltre tutto per mantenere dritta la barra contro l’immigrazione irregolare. Briatore è diventato il tiro a segno di tutti gli sciacalli, molti giovani sono tornati infettati, insomma si è lasciato il virus a briglia sciolte, mentre l’esplosiva condizione degli immigrati, insieme a quanti rientrano dall’estero, è tornata in secondo piano, seppure continua a essere l’unico vero e pericolosissimo problema. L’ultimatum lanciato da Nello Musumeci è la questione urgente che merita l’impegno di tutti. Anche fuori dall’Italia.


di Donatella Papi