martedì 25 agosto 2020
Tempi stretti, anzi strettissimi, per la conversione in legge del decreto Semplificazioni. Il testo è al vaglio delle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato. Poi dovrà passare alla Camera. C’è tempo in teoria fino al 14 settembre, ma in pratica sul calendario la data cerchiata in rosso è venerdì 11. Dopo infatti si entra nella settimana che precede le elezioni regionali del 20 e 21 del mese. In tutto quindi, diciannove giorni per concludere l’iter parlamentare di un provvedimento di 65 articoli per cui sono stati presentati quasi 2.900 emendamenti, di cui 1.400 firmati da forze di maggioranza.
Si voterà in commissione, nelle intenzioni, a partire da oggi. Gli emendamenti che sono stati dichiarati inammissibili sono 1.200. Ma le cifre sono ancora incerte. In queste ore si sta infatti svolgendo la valutazione dei ricorsi avanzati sugli esclusi. Quanto ai contenuti, si ragiona sullo spostamento ex post dei controlli per quanto riguarda le opere pubbliche ma anche gli interventi ambientali volti a raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione entro il 2025.
L’impianto di un testo che per il Governo è “uno strumento fondamentale per utilizzare al meglio i fondi europei”, stando alle parole pronunciate nei giorni scorsi dal ministro ai Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. E non è escluso che si sia discusso del decreto anche nel corso del vertice di ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio dei ministri e i capidelegazione della maggioranza. Quello a palazzo Madama è il passaggio chiave. Dati i tempi il testo arriverà blindato a Montecitorio.
di Redazione