Uno scafandro per Lucia Azzolina

martedì 9 giugno 2020


Sopravvissuta a stento a tutte le precedenti riforme, la scuola italiana a settembre riceverà l’assalto finale, voluto e perpetrato dal ministro della stessa, Lucia Azzolina. Una pletora e congerie di ignoranti si appresta a sciamare per le università italiane e nella vita, ancor più di quanto avvenuto in passato, creati dal nuovo Decreto Scuola che ha ridotto l’esame di Stato a un mero colloquio, ad una sola prova orale da tenersi on-line per le medie inferiori ed in presenza per le superiori. Per il nuovo anno scolastico sono previste vere e proprie “teche”, come in un museo ottocentesco, erette a protezione degli studenti che saranno divisi gli uni dagli altri da lastre di plexiglass e che andranno così a contribuire alla già pessima estetica di molte aule scolastiche. Altro che insegnare la Bellezza nei nostri istituti, alla formica e alla plastica dei banchi si andrà ad aggiungere il trasparente acrilato che tramuterà ogni discente in un raro esemplare sotto vetro. Del resto se hanno inscatolato l’Ara Pacis potranno pur mettere delle paratie divisorie tra gli studenti, un po’ come in un parlatorio carcerario insomma. Così almeno l’ordine e la condotta saranno più facili da mantenere... e i Pierini, quelli come me che avevano sette in condotta, non avranno più vita facile.

Con gli studenti incapsulati ognuno nel proprio cubicolo, si conserverà la distanza di sicurezza, e se non vi sarà lo spazio necessario, allora si faranno più turni oppure – eccellente trovata – si andranno ad utilizzare spazi esterni quali sale cinematografiche, teatri o altro. Purtroppo hanno chiuso pressoché tutti i vecchi cinema a luci rosse altrimenti avrebbero risolto il problema. Ancora, gli studenti indosseranno le visiere e le mascherine, immaginiamo con i guanti di lattice e dopo essersi accuratamente detersi prima del loro ingresso in aula con l’onnipresente disinfettante. Quindi ognuno di loro s’introdurrà nella propria personale teca, disinfettata anch’essa. Copiare sarà impossibile, se ne facciano una ragione i lavativi! Tutto bene – si fa per dire – sin qua. Ma cosa succederà alla ricreazione? Verranno fatti turni anche per quella? Oppure ogni studente indosserà uno scafandro degno di Jacques Cousteau appena uscito da una batisfera oceanica per poter uscire? E chi fuma? Fumerà sotto la visiera, correndo il rischio di innescare un’autocombustione?

Quindi, se per l’Azzolina gli studenti non sarebbero – ed è giusto che non lo siano – “imbuti da riempire” (mi si perdoni se mi torna in mente sempre la mitica Vulvia di Corrado Guzzanti, la biondissima presentatrice di Rieducational Channel), forse dovrebbe ricordare che non sono neanche prodotti da ipermercato per essere avvolti nella plastica trasparente e sigillati onde evitare contaminazioni, ma giovani esseri umani che hanno bisogno di vivere la propria vita, che è fatta anche di rischi per la propria salute, di abbracci, di carezze, d schiaffi e di baci. Vogliono creare più che un distanziamento sociale così facendo, una vera e propria cesura psicofisica che porti all’annullamento di ogni personalità, all’annichilimento dell’individualità di ciascuno, creando paure e incertezza in quell’età più delicata e rendendole tangibili con infrastrutture divisorie che si ripercuoteranno immancabilmente sulla psiche dei più giovani.

E m’incuriosisce sapere come provvederanno infine alle gite scolastiche, separando gli studenti sul bus, tutti mascherati, catafratti sotto le visiere “antivirus” che tanto ricordano quelle antisommossa, guidati da insegnanti scafandrati che poi li condurranno in un museo dove ogni reperto e manufatto si rivelerà essere molto più vivo di loro. Sempre che anche le gite non divengano virtuali, del resto gli Uffizi si possono vedere anche on-line. Per fortuna che non ho figli.


di Dalmazio Frau