Governo: sacrifici necessari, privilegi intoccabili

lunedì 1 giugno 2020


Dopo che la pandemia del Covid-19 si è abbattuta sul nostro Paese lasciandolo sospeso in una sorta di bolla in cui sono state limitate le libertà costituzionali, quindi lesi i diritti dei cittadini italiani, relegandoli ad inermi spettatori di un film il cui finale sembrava già essere scritto, in cui era anche facilmente presumibile che si sarebbe finiti in una inevitabile crisi economica e sociale, adesso dopo le scelte tardive del Governo e le sue ricette di rilancio inadeguate, è da porsi una domanda. I partiti che compongono la sua maggioranza sono verosimilmente davvero partiti? È la fatidica domanda che da alcune settimane campeggia non solo tra le pagine di alcuni giornali, ma anche nelle trasmissioni televisive dei retroscena politici, nei salotti buoni della capitale e nelle conversazioni della gente comune. Il dato di disistima, nella graduatoria di fiducia, che gli italiani nutrono nei confronti del premier Giuseppe Conte e del suo Governo è sempre più decrescente, sembra che stia divenendo un fenomeno inarrestabile.

Allo stesso tempo, come è naturale in simile circostanze, trovano terreno fertile le proposte politiche della Lega, Fratelli d’Italia, per certi versi anche Forza Italia e di nuovi movimenti che, proprio nelle prossime settimane, si sono dati appuntamento nelle piazze italiane. Per dovere di verità, in tempi non sospetti, queste forze politiche, già paventavano tale sprofondo, al momento, sembrano raccogliere interessanti consensi da tutti coloro che, a buona ragione, si sentono indignati da ciò che in questi ultimi mesi è accaduto nella vita politica italiana, a queste forze di opposizione si aggiunge chi, approfittando degli eventi, si propone con nuove iniziative, anche di aggregazione, tramite nuovi movimenti di opinione. Già, ma cosa sta accadendo e a cosa porterà tutto ciò? Speriamo che non si tratti di ripercorrere la storia di quel famoso decreto (qui però nulla c’entra Conte) borbonicofacite ammuina”, non vero e nemmeno verosimile, anche se a suo tempo fu ampiamente diffuso dai detrattori del regno. Decreto in cui si ordinava al personale di bordo delle navi di spostarsi dalla prua alla poppa e viceversa, in modo da far notare, a chi guardasse dal molo, che erano tutti intenti nel far qualcosa.

 Adesso c’è da dire che del vero, invece, ai giorni nostri, purtroppo nei fatti vi è, ma non vorrei che qualcuno cavalcasse questo “vero” unicamente per fare, per l’appunto, solo “ammuina”, cioè confusione. Per sgombrare il campo da ogni equivoco, mi riferisco al fatto che è senza alcun dubbio giusto infuriarsi e criticare l’azione di Governo e i risultati scadenti che questa ha portato, ma nel concreto va alimentata una battaglia per il cambiamento proponendo, sul campo, delle proposte tangibili, affiancarle con l’autorità di una vera e grande nazione che abbia quella visione politica di ampio respiro e quella personalità necessaria per poter essere la guida verso quel cambiamento tanto auspicato. A proposito dei flop governativi ed illusioni fatte di non verità, va ricordato che tanti lavoratori e intere famiglie sono stati ridotti alla disperazione, senza aver quasi più nulla nelle loro tasche per andar avanti e senza che nulla, di quanto promesso dal Governo, sia mai entrato in modo concreto nelle loro tasche, tranne quei miseri 600 euro per alcuni, una goccia nell’oceano, e bene sottolineare che altre categorie di lavoratori, invece, non hanno ottenuto nemmeno quelli.

Gli italiani che tutti i giorni, comunque, devono fare i conti con bollette sempre più alte, prezzi sempre più insostenibili per i loro portafogli, oramai vuoti, tasse pesanti e, sempre più spesso, anche con il lavoro che manca, giustamente non comprendono e non si capacitano perché non si prendono dei legittimi provvedimenti. Non si capacitano del fatto che il premier Conte si era presentato loro come “l’avvocato del popolo”, un avvocato, lo si sa, fa gli interessi del suo cliente, che in questo caso è il popolo, ma con i decreti emanati, Conte gli interessi gli chiede proprio al popolo. Si, perché il miraggio dei soldi promessi tramite le banche, quando e se saranno erogati, altro non sono che un prestito che peserà sempre e comunque nelle case degli italiani. Quello che non si comprende è il fatto che un partito come il Pd, con la propria esperienza, con uomini che conoscono la macchina amministrativa dello Stato, possa ancora lasciar correre tutto questo, come pensa di poterlo spiegare un giorno alla società civile. Appare chiaro che a sfuggire, a tutti loro, è il problema di una “casta”, dapprima tanto osteggiata dai M5s, poi digerita e fatta propria, che giorno dopo giorno, appare evidente cristallizzarsi nei propri privilegi e nei propri diritti acquisiti intoccabili, in virtù di questi disposti anche a rinnegare, nei fatti, il proprio dna.

Naturalmente la questione non è unicamente racchiusa solo in questo, è solo una piccola voce di bilancio, va invece compreso che il rilancio italiano, attraverso la politica, deve inevitabilmente partire dalla piccola, media e grande industria di trasformazione, non bisogna dimenticare che la nostra è stata ed è una nazione basata sulla trasformazione. Per ritornare alla domanda di apertura sui partiti, il tempo sarà testimone se questa decadenza avrà corso repentinamente o più lentamente, una cosa è certa, lo spettacolo al quale stiamo assistendo ai nostri giorni non è tra i più qualificanti, quindi ben vengano solleciti esterni alla maggioranza, e in taluni casi al “palazzo” perché ci sia sempre quel senso civile e democratico in cui vi sono dei contenuti e delle proposte. In una nazione in cui si chiedono sacrifici, quali sacrifici sono stati compiuti dalla maggioranza di Governo come esempio?


di Alessandro Cicero