Tutto incredibile: Governo, maggioranza e giustizia

lunedì 25 maggio 2020


Cari italiani visto che c’è il Covid-19 sempre in agguato, abituatevi a sopportare fatti che in una situazione normale avrebbero scatenato un terremoto e visto che al governo c’è la coalizione più di sinistra della storia, dovete sopportare l’insopportabile. Perché le due cose vanno di pari passo, la durata della pandemia e quella dell’esecutivo giallorosso, finché c’è l’una ci sarà l’altra, visto che vogliono farci credere che in emergenza sarebbe folle cambiare governo e maggioranza, una crisi sarebbe una pazzia, un rischio grave per la democrazia. Ebbene a parte che dovrebbero spiegarci di quale democrazia si tratti, perché da mesi siamo sotto tutela, limitati da mille condizioni, costretti a non votare, sottoposti a verifiche, controllati passo passo, obbligati a giustificare anche il respiro, addirittura assolderanno 60mila istitutori per educarci al comportamento da Covid-19 e alle buone maniere, roba da regime, ma ci rendiamo conto? Per non dire che con l’App Immuni andrà ancora peggio, nel senso che si saprà di noi anche il minimo spostamento, dove entriamo, per quanto tempo, chi frequentiamo, a che ora, insomma una sorta di scatola nera personale che registrerà ogni comportamento individuale.

Sia chiaro, immuni, non sarà obbligatoria e nelle intenzioni verrà attivata a fin di bene, ciononostante chi l’accettasse sarebbe monitorato come mai prima d’ora e la privatezza che è già ridotta ne uscirebbe compressa definitivamente, insomma è tutto un clima da democrazia sospesa e da Paese sospinto a comportarsi, muoversi, in modo stabilito e condizionato, non ci piace affatto. Per farla breve con l’emergenza da Covid-19 sono scattate una serie di misure che altrimenti sarebbero state impossibili in democrazia, compreso l’utilizzo costante della decretazione per comprimere la costituzione che ha suscitato dubbi e una vasta e giustificata reazione. La stessa presidente del Senato ha diffidato il governo sull’uso del Dpcm, visto che è il parlamento ad avere la delega popolare, è il parlamento l’organo primario della democrazia e dunque è in parlamento che si dovrebbero trattare tutte le sue procedure, figuriamoci quelle così importanti. Ecco perché dovrebbero spiegarci quelli della maggioranza, quale sarebbe il rischio di una crisi, di un cambio della guida, oppure di un voto più prossimo che sia, qui l’unico rischio che corriamo è quello di avere anziché l’immunità di gregge, il comportamento da gregge intruppato e zitto. Ovviamente per noi, invece, sostituire un governo abborracciato, diviso e inadeguato, dovrebbe essere obbligatorio, specialmente se insistere nel tenerlo in piedi mette a rischio la tenuta sociale, l’attività d’impresa, il sistema economico, l’ossatura produttiva del Paese.

Eppure da noi si fa finta di niente pur di mantenere in vita un’alleanza, incapace di risolvere la crisi, anzi si fa peggio, perché si scivola sopra fatti di una gravità incredibile, come quelli, del caso di Luca Palamara che solo a raccontarli vengono i brividi, e poi i il Pci-Pds-Ds-Pd si scagliava contro quelli che parlavano di magistratura orientata a sinistra e ostile al centrodestra, alla faccia. Insomma oramai si passa sopra tutto dagli ultimatum di Matteo Renzi, le minacce incrociate fra Pd e grillini sul caso Atlantia, le sfide inaudite tra il ministro Boccia e le regioni, della ministra Lucia Azzolina sulla scuola, il giallo Alfonso Bonafede-Nino Di Matteo, addirittura si è passati sopra la scarcerazione dei mafiosi, ma ci rendiamo conto o no? Si fa finta di niente sui soldi promessi che non arrivano, sia dei bonus che della Cig, sulle banche che non erogano i prestiti, sulla quantità di categorie escluse e dimenticate nei decreti, sulle proteste che montano dal nord al sud per i ritardi, gli inconvenienti burocratici ai sussidi, sul Recovery fund. Perché sia chiaro sul Recovery fund c’è stato l’ennesimo inganno venduto per successo, mentre sarà tutt’altro, niente debito comune e niente fondo perduto, un semplice prestito e condizionato assai, altroché miliardi a volontà da non restituire mai.

Oltretutto, Giuseppe Conte vorrebbe dall’Europa risorse a fondo perduto perché indispensabili, ma di questa convinzione nel decreto rilancio per le aziende c’è poco o niente, insomma si vogliono soldi a gratis dall’Europa, ma col piffero che si pensa di girarli all’economia reale che rischia la chiusura, il lavoro. Per farla breve il governo più comunista della storia pretende dalla Ue quello che non intende concedere agli italiani colpiti dalla crisi, fiducia e ristori, solidarietà e rapidità, incredibile, il governo vuole i soldi per pagare l’apparato statale anziché l’ossatura produttiva, questa è la realtà. Ecco perché diciamo che è tutto assurdo, una cosa che se fosse accaduta, con un governo di centrodestra, avrebbero chiamato i caschi bianchi, la nato, se un magistrato importante avesse detto parlando coi colleghi che bisognava attaccare a prescindere un leader di sinistra, sarebbe stata guerra civile, eppure coi giallorossi e con l’emergenza nazionale è diventato tutto normale, non va bene non ci piace affatto. Perché di normale non c’è niente, non è normale un governo che sbaglia, che sfodera decreti di centinaia di pagine piene di quiz da manicomio, che ritarda le erogazioni e se la prende con la burocrazia che non ha saputo bloccare come ha bloccato la libertà degli italiani, che chiede unità alle opposizioni e vive di minacce al suo interno, un governo che vuole cambiarci la testa e farci essere come soldatini obbedienti e timorati. Non è normale un governo che fa finta di niente di fronte ,alle proteste che crescono nel Paese per la crisi trascurata, che pietisca soldi con l’Europa senza aver fatto uno straccio di revisione della spesa in sprechi, sperperi, che annunci milioni di cartelle senza capire che sul fisco finirà in rivolta per l’ossessione che nessuno più sopporta, non è normale che si bruci un’enormità in assistenza quando le attività hanno bisogno di liquidità e stimoli alla ripartenza e alla fine dell’estate arriverà la triste e scontata sentenza.


di Alfredo Mosca